“Ancora un giorno”: quando il film tratto dal libro è semplicemente bello

Dal capolavoro omonimo del reporter Ryszard Kapuściński, un ibrido tra animazione e documentario

Un film di Raúl de la Fuente, Damian Nenow. Con Akie Kotabe, Wilson Benedito, Ryszard Kapuscinski. Animazione, 85′. Polonia, Spagna, Germania, Belgio, Ungheria 2018

Nel 1975, in piena Guerra Fredda, i portoghesi lasciano le colonie africane. L’Angola, però, non è un territorio facile, il petrolio fa gola, e il paese è spaccato in due. Tra i sostenitori dell’MPLA, il movimento di liberazione marxista-leninista, e quelli dell’UNITA, sostenuti dagli Stati Uniti, scoppia la guerra civile e il conflitto monta rapidamente su scala internazionale. Ryszard Kapuściński, giornalista della Polonia socialista, è lì, nel mezzo dell’assedio di Luanda, dove infuriano il caso e la paranoia, la “confusão”, e dove ama essere, perché quella è la sua missione. Convincerà i suoi superiori a lasciargli tentare di raggiungere il fronte meridionale, dove il generale Farrusco, con un manipolo di pochi uomini, sta portando avanti una resistenza che ha dell’incredibile.

 

Se avete amato “Valzer con Bashir” di Ari Folman e se credete ancora che il cinema possa essere un ottimo strumento per conoscere la storia del Novecento, non potete perdere “Ancora un giorno”, il nuovo film di animazione di Raúl de la Fuente e Damian Nenow.

Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2018 e vincitore dell’Oscar europeo come miglior film d’animazione, adatta per il grande schermo il capolavoro omonimo di Ryszard Kapuściński, reporter polacco nell’Angola del 1975.

Kapuscinki fu l’unico giornalista internazionale a rimanere nel Paese africano nel periodo del passaggio da colonia portoghese a stato indipendente, testimone oculare di tutti gli orrori subiti dalla popolazione civile.

“Ancora un giorno” è al contempo un manifesto politico, umano e giornalistico e il racconto di scelte eroiche compiute da uomini e donne normali, in nome della libertà, realizzato tecnicamente come un ibrido tra film di animazione, graphic novel e documentario.

La pellicola rende tangibile e concreta la parola portoghese, intraducibile in altre lingue, confusão. Confusão è la parola chiave, la sintesi esaustiva che comprende tutto – spiega lo stesso Kapuściński. – Questa parola ha un significato ben preciso in Angola, significa caos, disordine, anarchia. Confusão è una situazione creata dalle persone, ma sulla quale esse hanno perso ogni forma di controllo, di cui sono diventate vittime.”

Ryszard Kapuscinki aveva promesso al generale Farrusco e a tutte le persone incontrate nell’inferno angolano di scrivere di loro, affinchè il loro nome non venisse dimenticato. Col suo libro ha mantenuto la parola data, e il film “Ancora un giorno” è all’altezza del precedente.

 

Il biglietto da acquistare per “Ancora un giorno” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.