“American animals”: documentario e finzione fusi all’ultimo livello

Bart Layton porta sul grande schermo una storia americana - e vera - accaduta nel 2003

Un film di Bart Layton. Con Evan Peters, Barry Keoghan, Jared Abrahamson, Blake Jenner, Ann Dowd, Udo Kier. Drammatico, 116′. USA 2018

Spencer è uno studente d’arte che sente nella sua vita l’assenza di qualcosa di significativo che lo ispiri, fosse anche un evento tragico. Il suo miglior amico d’infanzia, Warren, ha ottenuto una borsa di studio come giocatore di calcio ma è insoddisfatto del college e della sua mediocrità borghese. Quando Spencer scopre che nella biblioteca della Transylvania University di Lexington in Kentucky, sono custoditi testi di grande valore, i due iniziano ad architettare una rapina e coinvolgono anche Erik e Chas. Oltre al colpo nello stesso college che frequentano, Warren progetta anche come piazzare successivamente una refurtiva così rara, entrando in contatto con mercanti d’arte europei.

 

Basato su una storia vera, “American animals” di Bart Layton racconta la storia di un gruppo di giovani istruiti e benestanti che nel 2003 intrapresero la via del crimine, organizzando una rapina.

Fusione all’ultimo stadio tra finzione e documentario, con gli stessi ragazzi che a suo tempo misero a segno il colpo chiamati a raccontare quanto successo, “American animals” conferma il talento di Layton, già vincitore nel 2012 del BAFTA per il miglior debutto di un autore inglese.

La sceneggiatura è lineare, semplice, fa sposare alla perfezione la parte documentaristica con quella puramente cinematografica.

Racconto corale ma in un certo senso anche individualista, il film tratteggia – senza in ultima analisi prendere una posizione né dare una risposta univoca su come siano andate a finire le cose – il profilo di una generazione intera. Una generazione perduta, che non sa cosa fare della propria vita ma vuole renderla eccezionale, unica. Anche se questo vuol dire lanciarsi in una folle impresa.