di Amira Dridi
Un film di Tom Hooper. Con Eddie Redmayne, Amber Heard, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Adrian Schiller. Biografico, 120′. 2015
Nella Copenaghen degli anni ’20, il giovane pittore paesaggistico Einar Wegener, dopo aver posato per la moglie in abiti femminili, scopre che in realtà tutto ciò che si suppone sia non gli è mai appartenuto: la donna che è in lui è intrappolata in un corpo da uomo.
In seguito a questa presa di coscienza intraprenderà così un percorso difficile e doloroso, allontanandosi dalla scienza del tempo che lo cataloga come uno schizofrenico e abbracciando la nuova tecnologia sperimentale, per un’operazione chirurgica mai tentata prima.
È questa, in estrema sintesi, la storia raccontata in “The Danish girl”, film giù diventato un cult, atteso da numerosi fan già all’anteprima al Festival di Venezia e uscito nelle sale italiane il 18 febbraio.
La pellicola, tratto dal romanzo omonimo di David Ebershoof, ruota intorno alla figura del primo uomo disposto a tutto, anche a sottoporsi a interventi chirurgici tanto sperimentali quanto rischiosi, per diventare una donna.
Tom Hooper (Les Miserables), nelle vesti di regista, ha davvero superato se stesso: i numerosi primi piani che evidenziano espressioni tanto mute quanto potenti rivelano allo spettatore Lili Elbe, alter ego del protagonista. Mano a mano che l’uomo entra in contatto con le movenze femminili che il suo corpo gli comunica come naturali, davanti allo specchio della sua vecchia vita ormai sedimentata, il pubblico intuisce che ormai la vera anima di Elbe è uscita allo scoperto e deve mostrarsi al mondo intero.
La moglie del pittore, Gerda Wegner (Alicia Vikander, fresca vincitrice dell’Oscar come migliore attrice non protagonista per questo ruolo), riuscirà con fatica a lasciare andare il marito e a restare accanto a Lili durante la mutazione.
Chiaro il motivo che ha portato alla scelta dell’attore Eddie Redmayne per il ruolo del protagonista. L’attore britannico, grazie ai suoi lineamenti dolci e alle esperienze precedenti sul grande schermo, è stato in grado di mettere in campo un’interpretazione impeccabile, anche se non sono mancate le polemiche e i dibattiti sull’eventualità di scritturare un attore transgender per la parte.
Polemiche a parte, si tratta comunque di un film forte sotto ogni aspetto, che porta alla luce le sofferenze – non solo fisiche ma psicologiche – che un percorso delicato come quello per cambiare sesso comporta. Il messaggio di “The Danish girl”, però, è chiaro e positivo: accettarsi per quello che si è davvero è possibile, ma solo grazie all’amore.