Un film di Ilaria Borrelli. Con Ilaria Borrelli, Philippe Caroit, Seta Monyroth, Yang Srepich, Kiri Sovann. Drammatico, 90′. 2012
Ci sono dei film che, per l’importanza civile e sociale della tematica affrontata, prescindono da qualsiasi tipo di giudizio estetico e cinematografico. Non è un caso, quindi, che alla fine della recensione non troverete, come di consueto, la tipologia di biglietto da acquistare.
È il caso del lavoro di Ilaria Borrelli, “Talking to the trees”, presentato alla Casa del cinema di Roma dopo essere stato proiettato all’Onu e al Parlamento Europeo, che affronta il tema della la piaga moderna della prostituzione minorile e della pedofilia.
Il film in sé potrà non essere un capolavoro, con i suoi diversi limiti stilistici, recitativi e drammaturgici, e ciò nonostante mi sento di invitarvi caldamente a uscire di casa e andare al cinema a vederlo.
La storia è ambientata in Cambogia, dipinta come una terra ancora selvaggia, vergine, che ti avvolge e ti costringe a spogliarti di tutte le sovrastrutture della moderna società.
I nativi credono che gli alberi siano sacri e abbiano un’anima, per questo rivolgono alle piante delle preghiere, da qui il titolo della pellicola.
Una bambina di nome Srey (Seta Monyroth), rimasta da sola con il fratellino dopo che la nonna è morta e il padre è partito per la guerra, viene raggirata dagli adulti e sfruttata per il turismo sessuale.
Una donna francese di nome Mia (Ilaria Borrelli) entra in contatto con la realtà atroce della prostituzione minorile e dello sfruttamento. Inizia così un viaggio che è soprattutto interiore.
Storie vere che fanno riflettere lo spettatore, e che raccontano i fatti senza filtri né censure.
Il messaggio profondo di denuncia di “Talking to the trees” sta tutto in una domanda: come si possono strappare sogni e innocenza a dei bambini che dovrebbero preoccuparsi solo di giocare e andare a scuola?
Prostituzione minorile e turismo sessuale sono piaghe che ci toccano da vicino, anche se di primo impatto saremmo tentati di associarle a paesi lontani, per molti versi arretrati, a individui malati. Purtroppo, invece, sono per lo più persone “normali”, all’apparenza perbene, a usufruire di certi servizi – pensiamo solo al recente caso delle baby squillo dei Parioli.
“Talking to the trees” è un piccolo film di grande impatto, un film che scuote le coscienze e fa riflettere, e per questo merita di essere visto.
Il cinema non è solo effetti speciali e divertimento, se ben declinato può avere anche una funzione sociale. Mai come in questo caso mettere mano al portafoglio e acquistare un biglietto merita lo sforzo.