Un film di Dan Gilroy. Con Jake Gyllenhaal, Renee Russo, Riz Ahmed, Bill Paxton. Thriller, 117′. 2014
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festiva in settembre e poi in Europa al Festival Internazionale del Film di Roma.
Esiste un limite al diritto di cronaca? Esiste ancora una moralità nel giornalismo? È davvero lo share a stabilire cosa mandare in onda o meno? In tv o al computer vediamo i servizi dei telegiornali pieni d’immagini cruente, terribili, dolorose, di incidenti stradali, di incendi, di scontri che tristemente, ogni giorno, vanno in scena nelle nostre città. Rimaniamo come incantanti di fronte alla brutalità e all’orrore, ma vi siete mai chiesti chi riprende queste immagini? Chi sono questi uomini che come lavoro ascoltano la radio della polizia, le sirene delle ambulanze e corrono dove c’è sangue e morte? Lo scoop di qualsiasi genere esso sia viene pagato bene, e si sa, in un momento di crisi come questo ogni occasione va sfruttata.
Dan Gilroy al suo esordio come regista ci racconta un mondo sconosciuto ai più, non quello dei reporter d’assalto o dei giornalisti coraggiosi e idealisti, ma bensì dei “Nightcrawler”, uomini che fotografano e riprendono l’incidente appena verificatosi o la scena del crimine ancora “calda”. Perché chi prima arriva ha poi la possibilità di rivendere l’esclusiva ai tg, con la possibilità di ricchi guadagni.
Un vero business che Lou Bloom (Jake Gyllenhaal), protagonista di questa storia, coglie subito quando per caso si trova ad assistere a un incidente. Lou non ha un lavoro, ruba per sopravvivere, vive in un piccolo appartamento a Los Angeles, è asociale, metodico, ma è determinato a cambiare la sua vita a ogni costo. Così Lou si inventa cameraman e ogni notte batte in auto, insieme al suo collaboratore Rick (Riz Ahmed), un senza tetto, le sconfinate strade di Los Angeles aspettando la chiamata giusta dalla radio della polizia.
Lou mostra fin da subito un talento nel riprendere gli incidenti e nel mostrare con cinismo e durezza i momenti più drammatici vissuti dalle persone coinvolte. Un talento che viene notato da Nina (Renee Russo), spregiudicata direttrice di un network, bramosa solo di aumentare lo share. Lou accecato dai facili guadagni e dal desiderio di diventare una personalità di spicco nel mondo dei media supererà ogni limite deontologico e non si farà nessun scrupolo morale anche davanti alla possibilità di evitare una strage di innocenti.
La sceneggiatura, anche se semplice e non del tutto originale, è ben scritta e scorre bene. Non presenta nella struttura buchi o incoerenze narrative. Il film parte con una marcia alta e prosegue così, senza mai né scalare né sbandare in curva. Una storia cupa dove il cinismo e l’amoralità sono i veri protagonisti, ma ciò non impedisce allo spettatore di seguire con attenzione e coinvolgimento le vicende del protagonista. Il pathos narrativo è costante, avvolgente, ben scandito da una musica angosciosa e da una fotografia che esalta il lato dark di Los Angeles con le sue notti apparentemente interminabili.
La regia non sembra essere quella di un esordiente per la capacità e il talento mostrati nel condurre lo spettatore in questa storia attuale e cruda, riuscendo a cogliere l’assenza di valori che caratterizza la nostra società e i nostri media senza mai cadere nella retorica e nel qualunquismo. Dan Gilroy ha saputo costruito un thriller senza sbavature, dinamico, spiazzante nell’evoluzione.
L’interpretazione di Jake Gyllenhaal, come hanno anticipato i critici d’oltre oceano nelle settimane scorse, è davvero sontuosa, forte, degna di una nomination ai prossimi Oscar. Gyllenhall, smunto nel fisico avendo perso oltre 10 chili per interpretare il personaggio, e scavato nello spirito, dà prova di essere un attore a tutto tondo con il suo Lou. In un sol colpo si libera dell’ ingombrante e fastidioso fantasma di Donny Darko e dà un calcio anche al cowboy de “I segreti di Brokeback Mountain”, rivelando doti interpretative insospettabili e preziose. Indossa la maschera del cinico e amorale con una disinvoltura disarmante, riuscendo a far diventare il suo personaggio negativo e senza scrupoli un uomo vincente e stimato da tutti.
Lo spettatore non riesce a condannare moralmente Lou, ma sospende il giudizio, incantato dalle sua intelligenza e dalle capacità manipolative che gli permettono di scalare la vetta sociale e professionale. Gyllenhall, con la sua intensa interpretazione, ha il merito di aver trasformato un buon film in un film da non perdere al cinema. Uno scambio di un dialogo tra Lou e il suo collaboratore probabilmente raccoglie l’essenza del personaggio: “Non è vero che non ascolto le persone, semplicemente non mi piacciono”.
Il resto del cast è meritevole di menzione per l’efficace contribuito alla riuscita e soprattutto alla qualità del film.
Dopo aver visto “Lo Sciacallo” non potrete più guardare un servizio del tg con gli stessi occhi. E magari cercherete tra la folla il nostro Lou e vi chiederete se sia lui da condannare o i media che lo hanno inventato.
Il biglietto da pagare per “Lo Sciacallo – The nightcrawler”: 1) Neanche regalato; 2)Omaggio; 3) Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5) Sempre.