“Adam & Evelyn”: un road movie con sfumature agrodolci

Per una coppia della Germania est la caduta del muro genera un viaggio esistenziale ed emotivo

Un film di Andreas Goldstein. Con Florian Teichtmeister, Anne Kanis, Lena Lauzemis, Milian Zerzawy, Christin Alexandrow. Drammatico, 100’. Germania 2018

Estate 1989, Germania dell’Est. Adam lavora come sarto, Evelyn come cameriera. I due stanno pianificando una vacanza insieme, quando Evelyn scopre che Adam la tradisce. Decide così di partire da sola per le vacanze in Ungheria ma Adam la segue con la sua auto. Con la caduta del confine con l’Austria, in Ungheria tutto è cambiato. Le frontiere sono aperte, come lo è anche la possibilità per Evelyn e Adam di decidere in quale mondo – orientale o occidentale – scegliere di costruirsi una vita felice.

 

La caduta del muro di Berlino, l’8 novembre 1989, sancì l’unificazione della capitale tedesca e della Germania intera, la fine della guerra fredda e generò nelle nuove generazioni l’illusione di poter vivere in un mondo migliore, senza conflitti.

È sufficiente cercare online alcuni dei video amatoriali girati in quei giorni per respirare l’atmosfera e leggere la felicità stampata sui volti sorridenti dei giovani tedeschi che abbattevano con le proprie mani il temuto muro.

Ma nella Germania est erano davvero tutti così entusiasti del cambiamento? Ogni coppia innamorata sognava di scappare a Berlino ovest, come spesso ci hanno raccontato film e serie tv?

“Adam & Evelyn”, presentato in concorso alla Settimana internazionale della critica 2018, un road movie con sfumature agrodolci, racconta l’evoluzione e le dinamiche di una coppia tedesca a pochi mesi dalla caduta del muro, sottolineando come una persona sia disposta a rinunce e compromessi pur di salvaguardare l’amore della sua vita.

Il film ha l’ambizione di raccontare allo spettatore le ansie, le aspettative e le speranze di una generazione che ha vissuto fino a quel momento repressa da un regime autoritario. Purtroppo le intenzioni si realizzano solo in parte in fase di sceneggiatura e soprattutto di messa in scena.

La storia d’amore tra i due protagonisti offre lo spunto narrativo per un’analisi il più possibile sincera e accurata di un momento storico che sui libri di scuola si affronta poco.
Il problema è che le buone potenzialità si concretizzano in un film piuttosto statico, a tratti persino noioso.

Lo spettatore segue con una certa fatica lo sviluppo del viaggio sentimentale ed esistenziale dei due protagonisti e degli altri personaggi, rimanendo solo parzialmente coinvolto a livello emotivo.

Adam rappresenta l’eccezione alla regola, un giovane uomo felice del proprio lavoro e di vivere nella Germania est, che non vuole fuggire verso l’occidente e anzi guarda con una certa preoccupazione all’ondata di novità che si profila all’orizzonte. Evelyn, invece, è l’archetipo della ragazza dell’est desiderosa di sperimentare un mondo nuovo e libero, dopo le sofferenze patite sotto il regime.

“Adam & Evelyn”, vista la sua struttura narrativa e lo stile registico, sarebbe stato forse più adatto come opera teatrale che cinematografica. Se il film non è un flop è merito di alcuni dialoghi brillanti quanto paradossali e soprattutto delle convincenti e intese performance di Florian Teichtmeister e Anna Janis, davvero credibili nei rispettivi ruoli, sinceri, profondi, capaci di conquistare la simpatia del pubblico.

“Adam & Evelyn”, con il suo finale tenero e amaro al contempo, sembra ribadire che l’unica rivoluzione davvero realizzabile sia quella di credere comunque nella coppia. Per quanto riguarda la speranza di un futuro migliore almeno per i nostri figli, non possiamo fare altro che incrociare le dita e sperare in bene.

 

Il biglietto da acquistare per “Adam & Evelyn” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.