Un film di Stefano Sollima. Con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastandrea. Drammatico, 127′. Italia 2023
Manuel ha sedici anni e cerca di godersi la vita come può, mentre si prende cura dell’anziano padre. Vittima di un ricatto, va a una festa per scattare alcune foto a un misterioso individuo ma, sentendosi raggirato, decide di scappare, ritrovandosi invischiato in questioni ben oltre la sua portata. Infatti i ricattatori che lo inseguono si rivelano essere estremamente pericolosi e determinati a eliminare quello che ritengono uno scomodo testimone e il ragazzo dovrà chiedere protezione a due ex-criminali, vecchie conoscenze del padre.
Esiste una “redde rationem” – alias resa dei conti – anche per i criminali incalliti? Queste persone possono redimersi in qualche modo, nonostante il male che hanno fatto, magari salvando la vita di un innocente?
Per rispondere a queste domande, Stefano Sollima ha deciso di realizzare “Adagio”, la chiusura del cerchio della saga di “Romanzo criminale” (dopo la serie e “Suburra”), immaginando la fine, tragica, di tre anziani componenti della banda della Magliana, separatisi con rancore anni prima.
Daytona (Servillo), Pol Niuman (Mastrandrea) e Camel (Favino), una volta padroni di Roma, si ritrovano avviati verso una fine solitaria. Inaspettatamente si trovano coinvolti in un ultima azione: salvare Manuel, il figlio di Daytona, colpevole solo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Lo spettatore segue una caccia all’uomo/ragazzo all’inverso, dove i cattivi sono quelli che dovrebbero essere i buoni, ovvero i carabinieri. Il tutto è ambientato in una Roma afosa e letteralmente in fiamme, dove una nuvola nera invade il cielo e rende l’aria irrespirabile.
Favino compie un’altra delle sue trasformazioni fisiche strabilianti, diventando quasi irriconoscibile per interpretare Camel, malato terminale tenuto in vita solo dall’odio che nutre per Daytona, che lo tradì durante un colpo.
Nonostante “Adagio” sia stato presentato come la chiusura del cerchio per la banda della Magliana, paradossalmente potrebbe essere l’inizio di una nuova serie, se chi di dovere correggerà alcune incongruenze narrative e stilistiche.
Nessuno può sfuggire al proprio destino, ma in un finale tragico e cupo emerge almeno la speranza di un futuro migliore per i figli dei protagonisti. Che non necessariamente devono scontare le colpe dei padri.