Uno spettacolo di Miniero – Smeriglia. Diretto da Luca Miniero, con Raoul Bova e Chiara Francini. Atto unico, 80′.
In scena fino al 26 marzo al teatro Ambra Jovinelli di Roma
Oggi la sfida più difficile per una giovane coppia non è tanto scegliersi tra mille e innamorarsi, ma iniziare un percorso di vita insieme, superando il terrore della convivenza prima e del matrimonio poi.
Sì perché progettare il futuro a due è l’investimento più rischioso che un uomo o una donna possano fare, e chiedersi “sarà la persona giusta?”, “Lo/La amerò ancora tra vent’anni?” e via dicendo è normale.
Tutte domande che anche la coppia formata da Marco (Bova) e Paola (Francini), protagonisti dello spettacolo teatrale “Due” di Luca Miniero, si pone, a una settimana dalle nozze, mentre lui è impegnato nell’ardua impresa di montare il letto matrimoniale comprato all’Ikea.
Marco è un professore di educazione fisica di origini calabresi, seguace della filosofia di Epicureo e con il sogno di scrivere un saggio sull’essenza della vita. Paola, invece, è una donna esuberante, sognatrice e romantica, ma al contempo insicura.
I due stanno insieme ormai da sette anni, ma nonostante questo Paola si chiede se Marco sia l’uomo giusto per lei e se il matrimonio sia la scelta giusta.
L’assembramento del letto coniugale è lo spunto drammaturgico e insieme la metafora delle dinamiche di una coppia, che giunta a un bivio fondamentale entra in crisi rischiando di rompersi.
Non sarà difficile per lo spettatore rivedere se stesso nei protagonisti, afflitti da ansie e insicurezze che bene o male quasi tutti hanno provato.
Il maggiore limite dello spettacolo è rappresentato, a mio parere, da una drammaturgia non sempre lineare, incisiva e teatrale, che impedisce una completa connessione tra attori e pubblico.
Il flusso di emozioni è altalenante, non fluido, e ci sono bruschi cali sia nel ritmo che nel pathos narrativo.
L’esordio di Luca Miniero come regista teatrale, per quanto coraggioso, risulta debole e poco adatto a questo forma d’espressione. Il suo stile ha un respiro fortemente televisivo e così com’è si adatta poco al nuovo contesto.
La coppia formata da Raoul Bova e Chiara Francini, collaudata felicemente in una serie di spot per una nota compagnia telefonica, alla prova del palcoscenico mostra luci e ombre.
Le luci sono tutte per lei, Chiara Francini, che sfodera una performance magistrale, brillante, carismatica e di grande personalità. L’attrice toscana è il valore aggiunto dello spettacolo; con la sua verve e presenza delizia il pubblico mostrando anche una grande maturità artistica e completezza.
Le ombre, ahinoi, sono invece tutte per lui, un Raoul Bova sicuramente volenteroso ma troppo rigido sulla scena sia nei movimenti ch e nell’interpretazione. Chissà che con le repliche le cose non migliorino.
Il finale positivo sembra volerci dire che, nonostante le difficoltà e le paure, una coppia innamorata può e deve credere nel proprio futuro insieme.