“A Sir Phillip, con amore”: recensione del romanzo di Julia Quinn

L'estroversa Eloise cerca di prendere in mano la sua vita nel 5° capitolo della serie Bridgerton

Manca meno di un mese all’uscita della seconda stagione di “Bridgerton” su Netflix (la data da segnare sul calendario, se siete interessati, è il 25 marzo), e quale modo migliore di iniziare a entrare in atmosfera se non riprendendo la lettura dei romanzi di Julia Quinn che hanno ispirato la serie?

Se vi ricordate eravamo rimasti al quarto, “Un uomo da conquistare” (qui trovate la mia recensione). In A Sir Phillip, con amore, che Mondadori ha ripubblicato lo scorso anno in una nuova edizione, protagonista è la seconda sorella della famiglia, la brillante e spigliata Eloise

Arrivata a 28 anni senza aver ancora preso marito, per scelta e con convinzione, Eloise rimane turbata dal matrimonio tra il fratello Colin e l’amica di sempre Penelope. Per questo, quando il gentiluomo con cui intrattiene una corrispondenza epistolare da un anno circa, sir Phillip Crane, le chiede di sposarlo, Eloise decide di partire da Londra senza avvertire nessuno per andare a conoscerlo. Solo così potrà capire se sono compatibili o meno. 

Peccato che sir Phillip, botanico figlio cadetto che ha ereditato il titolo e le proprietà dopo la morte del fratello maggiore, nelle sue lettere non abbia fatto parola dei due figli di otto anni, pestiferi e quanto mai bisognosi di una madre. Eloise si troverà davanti una situazione inaspettata, e non avrà molto tempo per di trarre le sue conclusioni prima che i suoi quattro fratelli facciano irruzione nel salotto di sir Phillip minacciando di strozzarlo, in caso non la sposi… 

Non avevo grandissime aspettative su Eloise e la sua storia – non è un caso se dopo “Un uomo da conquistare” ho messo in stand-by la lettura della serie Bridgerton per quasi un anno, senza nemmeno sapere se l’avrei mai ripresa. Invece devo dire che “A Sir Phillip, con amore” è stato una piacevole sorpresa, forse il mio romanzo preferito fino a questo momento.

Libro dopo libro si nota come Julia Quinn sia cresciuta come autrice, diventando meno “grezza” e prevedibile e più arguta e divertente. Certo, non mancano dialoghi forzati o lievemente ridondanti (come in tutti i romanzi), ma qui ci sono scene davvero divertenti, l’alternanza di punti di vista tra Eloise e Phillip funziona e anche i personaggi cosiddetti “secondari” (come i figli gemelli di lui) sono funzionali allo sviluppo della storia e non solo comparse.

Un romanzo leggero e romantico, come si conviene al genere, da cui chiaramente è lecito aspettarsi solo del puro e sano intrattenimento, ma comunque capace di trasportare il lettore indietro nel tempo, a quell’Ottocento dal sapore quasi favolistico fatto di dimore di campagna, proposte di matrimonio, abiti da viaggio e da sera e codici – obsoleti, per fortuna! – di comportamento.

Come di consueto, leggendo queste storie resto sempre colpita dall’ignoranza in cui venivano lasciate le giovani di buona famiglia. Arrivare al matrimonio senza avere idea di cosa aspettarsi dal punto di vista sessuale e fisico era la norma; parlare di certi argomenti tabù. Che meraviglia, essere nati in un periodo meno oscurantista, dove un certo tipo di informazioni sono alla portata di tutti!