Una serie di Gabriele Muccino. Con Laura Morante, Silvia D’Amico, Euridice Axen, Francesco Acquaroli, Francesco Scianna, Alessio Moneta, Emma Marrone. Drammatico. Italia 2021
Un segreto legato a una dolorosa vicenda del passato torna all’improvviso nelle vite dei Ristuccia, proprietari del ristorante La Villetta, da quarant’anni uno dei più rinomati della Capitale. Carlo, la nuova compagna Ginevra e la sorella Sara sono sempre lì, tutti i giorni, ad aiutare i genitori Pietro e Alba nella gestione dell’attività. Unico assente Paolo, il fratello artista, che nessuno sa dove sia. Un giorno, però, un evento inaspettato sconvolge gli equilibri familiari…
Gabriele Muccino torna a mettere mano a una storia già sviluppata nel suo omonimo film del 2018 (qui la recensione). In “A casa tutti bene – La serie” a cambiare sono principalmente l’ambientazione, l’azione si sposta dall’isola del Sud a Roma, e il cast. In scena troviamo Laura Morante, Francesco Acquaroli, Laura Adriani, Valerio Aprea, Euridice Axen, Maria Chiara Centorami, Silvia D’Amico ed Emma Marrone.
I Ristuccia sono proprietari di un rinomato ristorante romano. Carlo e la sorella Sara aiutano i genitori a gestirlo. Carlo ha una figlia, un’ex moglie e una compagna invisa alla famiglia. Sara ha un marito infedele. L’altro fratello, Paolo, da tempo in Francia, divorziato e senza un soldo, torna per crescere il figlio. Un giorno i Mariani, altro ramo della famiglia, per avere un posto nell’attività, minacciano di far riemergere un segreto dei Ristuccia.
La prima puntata della serie è stata presentata in anteprima alla Festa del cinema di Roma, insieme a un breve riassunto generale del progetto. Il pubblico potrà vederla insieme alle altre sette su Sky e in streaming su NOW, a fine dicembre.
I delicatissimi equilibri familiari e la complessità che si nasconde dietro ogni rapporto, per quanto perfetto all’apparenza, sono nuovamente il cuore di tutto. Muccino, implicitamente, sembra chiederci: il segreto per una vita serena è saper disinnescare le tensioni, quando si generano, oppure saperle affrontare di petto e risolvere?
Dare un giudizio dopo aver visto soltanto un episodio è difficile, perché un progetto diviso in diversi episodi difficilmente svela subito tutti i suoi assi nella manica. In questo caso mi sento di dire che non si notano particolari guizzi creativi o narrativi, ma magari ci saranno più avanti, chissà.
La serie, rispetto al film, regala sicuramente a Muccino un più ampio respiro per poter approfondire il comportamento di ognuno dei personaggi. Il linguaggio utilizzato è il suo classico: concitato, ansiogeno, smaccatamente pop, sempre sopra le righe. Potrebbe non piacere a tutti, come di consueto. Di sicuro i fan del regista saranno deliziati di poter passare “con lui” più delle canoniche due ore, due ore e mezzo.