5 domande all’attrice e modella Tezeta Abraham

Il ruolo in "È arrivata la felicità", i diritti civili, le difficoltà di farsi strada superando la bellezza

È tra le protagoniste della fiction “È arrivata la felicità”, in onda da martedì 20 febbraio su Rai 1, dove interpreta Francesca, figlia di straniere ma italiana doc. Un po’ come il suo personaggio, Tezeta Abraham è arrivata in Italia a 5 anni con la mamma, lasciando l’Etiopia.

Modella e attrice, nel 2017 è stata inserita dal Corriere della Sera tra le 50 donne più influenti dell’anno, per il suo impegno a favore dei migranti sgomberati del palazzo di via Curtatone a Roma e per essere diventata una delle voce più rappresentative e forti nella battaglia per lo Ius Soli (lei ha già ottenuto la cittadinanza italiana).

Nella nostra intervista abbiamo parlato con lei di recitazione e progetti futuri, ma anche di diritti.

 

Hai iniziato la tua carriera come modella per importanti stilisti, puntando su bellezza e fisicità. All’esordio come attrice nella serie tv “È arrivata la felicità”, nel ruolo di Francesca, il pubblico ha potuto apprezzare invece la tua verve e simpatia. Allora è davvero una leggenda metropolitana che le modelle sono non siano capaci di parlare, pensare e ridere?

Le modelle sono persone prima di tutto, ma forse dipende anche dalla modella. Nel mio caso ho avuto la fortuna che il ruolo di Francesca mi sia capitato in un’età più matura, dove ero in grado di far emergere alcuni aspetti della mia personalità Quando ero più piccolina, invece, avevo grandi difficoltà a sostenere un provino di fronte alla macchina da presa.

Provocazioni a parte, credi che la bellezza, quando ci si approccia al mondo del cinema e della televisione, sia un valore aggiunto oppure in qualche modo un handicap, perché le persone fanno fatica a guardare oltre l’aspetto fisico? E hai mai subito qualche forma di razzismo o mobbing da parte di colleghi o addetti ai lavori?

Forse l’aspetto fisico aiuta, ma in un mestiere come la recitazione potrebbe non bastare nel lungo termine. Per mia fortuna in questo set mi sono sentita sempre molto in famiglia. Anche se per me era la prima esperienza tutto il cast e la produzione sono stati sempre molto pazienti – non solo con me, ma anche con gli altri esordienti. Sul set della seconda stagione, poi, è stato ancora più facile perché ero in un ambiente in cui mi sentivo già a mio agio.

Ha esordito il 20 febbraio la seconda, attesa stagione di “È arrivata la felicità”. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo personaggio? Puoi anticiparci qualcosa? E com’è lavorare a questo progetto?

La seconda stagione di “È arrivata la felicità” è piena di sorprese. Anche se racconta una routine alternata a momenti molto intensi, non perde mai quel ritmo e quella comicità che contraddistingue questa serie. Il personaggio di Francesca è sicuramente più maturo, si mette in discussione per capire dove sbaglia, forse il modo migliore per affrontare le difficoltà nella vita.

Nel 2017 sei stata inserita nella lista delle donne più influenti dal Corriere, per il tuo impegno a favore dei migranti e della battaglia sullo Ius Soli. Credi che le personalità del mondo dello spettacolo facciano abbastanza, quando si tratta di questioni sociali e di diritti civili? E cosa ti ha spinta a prendere posizione in modo così netto?

Per me, l’esposizione rispetto al tema ius soli non è stata una scelta consapevole, semplicemente è una questione che sentivo avendola vissuta personalmente. Penso che anche altri personaggi del mondo dello spettacolo, nel passato e nel presente, abbiano sostenuto tematiche che sentivano proprie.

In un’intervista hai dichiarato che ti piacerebbe interpretare un ruolo da cattiva vera, come Angelina Jolie in “Maleficent”. Vedi delle possibilità di questo genere, nel cinema italiano di oggi? Ci sono sceneggiatori e registi pronti a puntare tutto su una protagonista femminile?

Sto andando al cinema proprio a vedere “Black panter”, ho molte aspettative. Trovo che il cinema oggi sia più innovativo e aperto, ricco di generi come ad esempio il fantasy in cui ci può essere spazio per ruoli come il mio… Sono ottimista, incrociamo le dita!