Un film di Stella Meghie. Con Nick Robinson, Taylor Hickson, Ana de la Reguera, Amandla Stenberg, Peter Benson. Drammatico, 96′. USA, 2017

Tratto dal romanzo omonimo di Nicola Yoon

Data di uscita italiana: 21 settembre 2017

 

State tranquilli, spettatori giovani o inguaribilmente romantici, dopo “Colpa delle stelle” e “Io prima di te” anche quest’anno avrete il vostro film su cui versare fiumi di lacrime e che al contempo vi farà battere il cuore.

Il 21 settembre arriva nelle sale “Noi siamo tutto” di Stella Meghie, tratto dal romanzo omonimo di Nicola Yoon.

Come sarebbe la vita, se non potessimo entrare in contatto con il mondo esterno? Se azioni banali, come prendere una boccata d’aria fresca o farsi accarezzare il viso da un raggio di sole ci fossero negate?

Maddy (Stenberg), diciottenne intelligente e fantasiosa, è costretta da una rara malattia genetica a vivere segregata dentro casa. Le uniche persone con cui interagisce sono l’infermiera Cara (de la Reguera) e la madre (Anika Noni Rose), amorevole e apprensiva, profondamente segnata dalla perdita del marito e dell’altro figlio in un incidente.

Proprio nella casa accanto si trasferisce Olly (Robinson), un ragazzo che vive una situazione familiare delicata.

Maddy e Olly sono molto diversi, le loro esperienze di vita opposte. Eppure basta uno sguardo attraverso la finestra per far scattare tra loro una scintilla, per far nascere un legame forte e profondo.

Per Maddy, che cerca nelle pagine dei libri le emozioni e le esperienze che le sono negate, l’incontro con Olly è l’occasione per fare uno squarcio nel suo isolamento fisico ed emozionale, per iniziare a vedere e vivere la vita in prima persona e per sperimentare la bellezza del primo amore.

“Noi siamo tutto” è costruito in maniera bipartita. La prima parte descrive gli approcci iniziali e poi il tenero innamoramento dei due ragazzi, che avviene tramite messaggi e chat.

Il tutto è portato in scena in modo creativo ed efficace dalla talentuosa regista Stella Meghie come se avvenisse durante incontri onirici e divertenti, nei luoghi costruiti da Maddy nei suoi lavori durante il corso d’architettura on-line.

La seconda, probabilmente più scontata e prevedibile, racconta invece la decisione di Maddy di sfidare la propria malattia per vivere almeno un weekend da sogno con Olly.

Se la pellicola conserva comunque una sua freschezza e piacevolezza è tutto merito della coppia Amandla Stenberg e Nick Robinson, che fin dalla prima scena mostra una grande alchimia, trasmettendo naturalezza e credibilità nel rappresentare una coppia di innamorati impossibilitati a vivere la loro storia d’amore, come dei novelli Romeo e Giulietta.

Maddy con la madre (Anika Noni Rose) in una scena del film. Noi siamo tutto (2017)

Il finale, con il suo colpo di scena – che ovviamente non riveleremo! -, è davvero spiazzante e porta a cambiare sostanzialmente la prospettiva sul film e i suoi protagonisti.

La Stenberg e Robinson, per quanto giovani, dimostrano talento, passione e personalità. Due nomi da tenere d’occhio per il futuro.

La regia di Stella Meghie è nel complesso di buon livello sia sul piano tecnico che su quello stilistico, e unisce creatività e sensibilità nel costruire una storia intensa e viva che racconta le varie forme e sfumature dell’amore.

Ma insomma, è giusto impedire a chi amiamo di fare le proprie esperienze, soffrire magari, ma in sintesi vivere?

“Noi siamo tutto” è un film che insegna o ricorda al pubblico – giovane e meno giovane – che non bisogna avere paura di provare emozioni e sentimenti, e che vale la pena sfidare l’ignoto per essere felici, anche se fosse per un giorno soltanto.

 

Il biglietto da acquistare per “Noi siamo tutto” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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