Al cinema | Vieni a vivere a Napoli

Un film a episodi di Gudo Lombardi, Francesco Prisco, Edoardo De Angelis. Con Gianfelice Imparato, Miriam Candurro, Massimiliano Gallo, Giovanni Esposito, Valentina Lapushova. Film a episodi, 88′. 2017

Oggi come non mai i temi dell’immigrazione e dell’integrazione tra culture diverse sono al centro del dibattito quotidiano, in tv ma anche al bar.

Gli italiani sono un popolo di razzisti oppure sanno ancora accogliere ed essere compassionevoli nei confronti di chi è meno fortunato? Probabilmente non esiste una risposta univoca alla domanda. Le due anime convivono, confermando ancora una volta la nostra natura contraddittoria.

Tra le città italiane nessuna meglio di Napoli rispecchia questa duplicità dell’atteggiamento italiano. Eppure Napoli è anche un universo a sé, dove bellezza e orrore, magia e cinico realismo convivono; un luogo dove tutto è possibile e dove lo straniero può finire per risultare più civile di chi, in quella città, ci vive da sempre.

Stiamo esagerando? Può essere, ma i tre registi di “Vieni a vivere a Napoli” raccontano al pubblico, con garbo e ironia, proprio come nel capoluogo campano gli stranieri vengano accolti e messi nelle condizioni di crearsi un’esistenza decorosa, calandosi al contempo perfettamente nella mentalità partenopea.

Una mentalità in parte lavativa e pigra, come si vede nel personaggio di Nino (Imparato), portiere in uno stabile, che rifiuta l’idea di lavorare e sogna di poter vivere con la pensione d’invalidità della sorella.

Nino è razzista, qualunquista, ossessionato dall’amianto, eppure quando dovrà occuparsi del piccolo Yang scoprirà, sorprendendosi, che non tutti gli extracomunitari sono come lui immaginava. Lo spettatore segue le vicende dell’inedita coppia e sorride per la capacità del bambino di sciogliere il cuore del burbero Nino.

Quando nelle nostre città avviene un furto o una rapina si tende sempre a dare la colpa agli extracomunitari per primi, ma queste persone, molto spesso, vorrebbero solo avere l’opportunità di lavorare onestamente e magari comprarsi una casa, dopo essere fuggiti dalla propria.

È il caso di Luba, ucraina di mezz’età, protagonista del secondo episodio del film. In patria ex moglie di un importante politico, a Napoli è costretta a lavorare come badante. La donna non perde la sua dignità, ma deve scontrarsi con i pregiudizi che accompagnano le donne dell’est in Italia – adatte solo a fare le le badanti, le prostitute o al massimo le accompagnatrici.

Questo secondo episodio è più malinconico e amaro rispetto al primo. Lo spettatore vede passare sullo schermo una Napoli cupa, notturna, dove protagonisti sono uomini e donne che svolgono attività al limite della legalità.

L’episodio in sé convince solo in parte quanto a intreccio e struttura narrativa, ma merita sicuramente una menzione l’intensa interpretazione dell’esordiente Valentina Lapushova.

Tra le tante anime di Napoli c’è anche quella di città dell’amore e delle serenate per eccellenza. Nel terzo e ultimo episodio, “Un magnifico shock”, facciamo la conoscenza della verace cantante rock Miriam (Candurro) e del suo bislacco manager Massimiliano Gallo, che in una giornata devono spostarsi in macchina, per lavoro, tra una festa di matrimonio e una comunione.

La giornata pittoresca è raccontata attraverso gli occhi del garzone di colore di un bar, che pur di vedersi saldato il conto, accompagna Miriam e l’agente in giro per la città.

La cantante, sotto l’apparenza da dura, è una ragazza fragile che non ha una grande voce e troverà proprio nel garzone un aiuto e soprattutto un affetto inaspettato per superare poi una nottata complicata.

Nel complesso “Vieni a vivere a Napoli” è ben scritto e ben girato. Il taglio è più televisivo che cinematografico, e tra i difetti del film c’è sicuramente quello di perdere forza e ritmo mano a mano che gli episodi si susseguono.

Alla fine, almeno, non si può non essere convinti che Napoli sia una città di una bellezza unica e aperta a tutti, dove chiunque potrebbe rimanere a vita, dopo averne gustato sapori e profumi.

 

Il biglietto da acquistare per “Vieni a vivere a Napoli” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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