Un film di Jens Sjögren. Con Granit Rushiti, Dominic Andersson Bajraktati,
Cedomir Glisovic, Merima Dizdarevic, Emmanuele Aita.
Biografico, 100′. Svezia, Danimarca, Paesi Bassi 2021
Zlatan è un bambino vivace ed energico, animato dall’impazienza tipica della sua età. Ma lui sembra diverso dagli altri e vuole dimostrare di esserlo attraverso il suo talento, quello per il calcio. Zlatan vive in un sobborgo di Malmö, Rosengård, abitato perlopiù da immigrati. Lui stesso è figlio di immigrati jugoslavi. Il futuro campione cresce sotto l’ala del suo ghetto, tra il divorzio dei genitori, la cattiva condotta scolastica e il pregiudizio di chi lo vede solo come uno bambino problematico. Dai primi anni fino alle giovanili del Malmö FF, dai primi gol sui campi fangosi a quelli sull’erba dei professionisti: la storia del bambino e del ragazzo, prima che dell’uomo e del campione che tutti conoscono e riconoscono.
Tratto dall’autobiografia “I Am Zlatan Ibrahimovic”, scritta nel 2011 da David Lagercrantz, “Zlatan”, diretto dallo svedese Jens Sjögren e presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, è un biopic che racconta, con buona tecnica e senza prendere posizione, gli esordi del calciatore oggi in forza al Milan.
2004. Ibrahimović gioca in Olanda, all’Ajax: non segna molti gol e viene definito “un immigrato pigro”. Il suo agente, Mino Raiola, lo costringe a concentrarsi sulla sua formazione, perché sta lavorando a qualcosa di grosso, il passaggio alla Juventus. Da questa sequenza iniziale si dipana un lungo flashback che racconta l’infanzia del calciatore e i suoi primi calci al pallone.
Classico racconto di formazione e di riscatto, “Zlatan” evidenzia soprattutto le difficoltà e gli ostacoli incontrati da Ibrahimovic durante il suo percorso verso il successo e le sue origini. Figlio di immigrati jugoslavi, è cresciuto nel quartiere di Rosengård, alla periferia di Malmö, nelle due case dei suoi genitori separati, con i fratelli e gli amici, girovagando per le strade tra piccoli furti.
Senza esprimere nessun tipo di giudizio, in un susseguirsi di flashback e flashforward, il regista Jens Sjögren disegna la parabola ascendente di Ibrahimović, evidenziando soprattutto il suo sentirsi diverso, i suoi comportamenti al limite che spesso lo hanno portato a venire escluso, il suo non essere mai completamente accettato.
Il film sottolinea ampiamente il talento del calciatore, ma anche e soprattutto l’ambiente da cui proviene. È da qui che viene il grande spirito di rivalsa, che talvolta si trasforma in aggressività, che lo aiuterà a imporsi ai massimi livelli.
Biopic stilisticamente impeccabile, quello che manca a “Zlatan” è forse solo la capacità di toccare davvero le corde più intime nel cuore degli spettatori, di spingerlo a empatizzare con il protagonista. Il film si guarda con piacere ma non lascia quella voglia di scoprire di più della persona dietro al personaggio.