Una serie ideata da Greg Berlanti, Sera Gamble. Con Penn Badgley, Elizabeth Lail, Luca Padovan, Zach Cherry, Shay Mitchell. Drammatico, thriller. USA. 2018-in produzione. 10 episodi
Trasmessa inizialmente sul canale televisivo Lifetime e acquisita poi da Netflix, “You”, la nuova serie ideata da Greg Berlanti e Sera Gamble, si ispira al romanzo omonimo di Caroline Kepnes (pubblicato in origine da Mondadori col titolo “Tu”) per raccontare la perversione ossessiva di quello che potrebbe essere definito, a un primissimo sguardo, come il principe azzurro.
I creatori della serie, certo non due neofiti, hanno pensato bene di raccontare il rapporto di coppia nella contemporaneità, dove i social network possono permettere un controllo spietato su una persona. A differenza di altre serie di cui abbiamo parlato non troppo tempo fa (“Elite”, “Baby”), Instagram, Facebook e compagnia vengono qui utilizzati per stalkerare letteralmente la “dolce metà”.
Siamo a New York. Le vite di Joe, responsabile di una libreria, e Beck, aspirante scrittrice, s’incrociano casualmente. Lui pensa subito di aver trovato la donna della sua vita, lei cerca disperatamente un equilibrio tra lavoro e relazioni interpersonali. Sembrano fatti l’uno per l’altra.
E gli ostacoli (un ex fidanzato, un’amica iperprotettiva) devono farsi da parte, in modo da far vivere a Joe la sua fantasia d’amore. Perché lui è quello giusto per lei, le rende la vita migliore, senza di lui i traguardi di Beck non arriveranno e non sarebbero arrivati….
Farei qualunque cosa per te. Abbiamo sentito questa frase nelle storie d’amore al cinema e in tv in lungo e in largo, solo che in “You” assume una sfumatura più inquietante, perché Joe la intende in senso letterario! Il team di sceneggiatori trasforma il ragazzo apparentemente perfetto in uno psicopatico che potrà ricordarvi Dexter (pur non avendo il suo stesso carisma).
La serie parte bene, ma la spirale ossessiva di Joe è aiutata da molte forzature e da alcune scelte non proprio felici e molto fantasiose. I cali di ritmo nelle ultime puntate sono evidenti, ma la sceneggiatura porta comunque avanti con coerenza il discorso sulle differenze tra preoccuparsi per il partner ed esserne ossessionati.
La messa in scena non può che adeguarsi allo spirito della serie, preferendo i piani ravvicinati a inquadrature di più ampio respiro, fotografate con attenzione ma senza nessuna peculiarità. Se gli ambienti esterni, le abitazioni, sono rappresentate con tonalità calde, l’antro sotterraneo trasmette immediatamente la sensazione di pericolo (non a caso sarà lo scenario di numerose azioni “discutibili”).
Partendo da un’idea precisa che viene via via approfondita con reale interesse, “You” potrebbe intrattenervi e persino coinvolgervi, se siete disposti a passare sopra ad alcuni difetti strutturali.