“Vermiglio”: il racconto di un mondo antico, osservato con attenzione

Maura Delpero racconta il microcosmo montano durante la seconda guerra mondiale

Un film di Maura Delpero. Con Tommaso Ragno, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Giuseppe De Domenico, Carlotta Gamba. Drammatico, 119’. Italia, Francia, Belgio 2024

Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine, come succedeva nell’Italia rurale all’epoca della seconda guerra mondiale. I Graziadei vivono nella frazione trentina di Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve. Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l’esercito si innesca una reazione a catena che l’unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell’ultimo anno di guerra.

 

Mentre in Italia si combatte una guerra, e uomini e ragazzi muoiono al fronte, a Vermiglio il tempo sembra essersi fermato. Le montagne innevate in qualche modo proteggono gli abitanti del paesino, impegnati nelle loro attività, e i bimbi che vanno nell’unica scuola, dove insegna il maestro Cesare Graziadei (Ragno).

Questo ha tre figlie femmine: Lucia, Ada e Flavia, giovani divise tra l’osservanza dei valori tradizionali imposti dal padre e dalla comunità e il desiderio di libertà e autodeterminazione. L’arrivo del disertore siciliano Pietro, che ha lasciato la guerra per cercare rifugio in montagna, sconvolgerà la loro unità familiare.

“Vermiglio” di Maura Delpero, vincitore del Gran Premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia, è un racconto di vita montana in cui il silenzio e gli sguardi predominano sulle parole. La guerra è lontana e vicina al contempo, con i monti che isolano e i genitori che aspettano il ritorno dei figli lontani.

L’intreccio narrativo si sviluppa seguendo l’evoluzione dei personaggi che sebbene chiusi in questa la bolla sono spinti al cambiamento, per scelta o perché il destino ha deciso di intervenire.

La regia di Maura Delpero è ferma ed essenziale, capace di bilanciare la bellezza schiva della montagna con la silenziosa quanto potente voglia di cambiamento dei giovani di Vermiglio.

Il film è asciutto, lineare, forse un po’ troppo lungo e dal ritmo un po’ lento, ma capace di conquistare ed emozionare il pubblico, grazie anche al cast di assoluto valore.

Le montagne hanno un’anima, un’aura che si mescola con quella di chi ci vive, influenzandola e modificandola. Un paesaggio dove tutto sembra uguale a se stesso, ma che invece è in continuo cambiamento.