“Van Gogh: tra il grano e il cielo” – Quando l’arte incontra il cinema

La Nexo Digital raddoppia, raccontando l'artista attraverso le opere della collezione Kröller-Müller

di Alessandra Pappalardo

 

Un film di Giovanni Piscaglia. Documentario, evento. Italia, 2017

Un nuovo sguardo su Vincent Van Gogh (1853-1890), visto attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), la donna che ai primi del Novecento, ammaliata da un viaggio tra Milano, Roma e Firenze, e sull’esempio del mecenatismo dei Medici, giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni.

 

Il mondo non mi interessa nulla, se non fosse che ho un debito nei suoi confronti, e anche l’obbligo – perché ci ho camminato sopra per trent’anni – di lasciargli, in segno di gratitudine, qualche ricordo sotto forma di disegno o di quadri, che non sono stati fatti per piacere all’una o all’altra tendenza, ma per esprimere un sentimento umano sincero.

Dopo il successo di “Loving Vincent” (qui la recensione), la Nexo Digital produce un nuovo bellissimo documentario sulla vita del celebre pittore olandese. “Van Gogh: tra il grano e il cielo” racconta l’artista, attraverso il lascito della più grande collezionista delle sue opere, Helene Kröller-Müller.

Due anime vissute ad anni di distanza che si congiungono attraverso l’arte, come se i quadri di Van Gogh avessero il potere di piegare il tempo e abbattere le distanze, creando una connessione quantistica, una dimensione quasi mistica, che è sopravvissuta fino ai giorni nostri tra le pennellate dei suoi capolavori.

Valeria Bruni Tedeschi – ripresa nella chiesa di Auvers-sur-Oise – racconta la vita intensa di Van Gogh, ripercorrendo le fasi della sua crescita artistica, inframezzata dai problemi di salute e dai crolli nervosi.

Un documentario immersivo e vivace, che fa sua la potenza espressiva del pittore, fatta di pennellate energiche, di colori spessi e vividi, di forme circolari, di movimenti e di emozioni umane colte con la profondità di una sensibilità sublime, sempre alla ricerca della verità nelle pieghe della realtà.

Originale la scelta di raccontare l’artista partendo dalla figura di Helene Kröller-Müller, ricca collezionista illuminata, che raccolse quasi 300 opere di Van Gogh, tra dipinti e disegni, durante la vita. Oggi la collezione è conservata nel museo di Otterlo, in Olanda.

Io non vivo per me stesso ma per le generazioni che verranno.

L’eredità umana e artistica di Van Gogh – raccontata egregiamente dal docufilm di Giovanni Piscaglia – sembra, insomma, più viva che mai, come se il pensiero dell’artista fosse davvero destinato a compiersi.