Un film di Mimi Leder. Con Felicity Jones, Armie Hammer, Justin Theroux, Kathy Bates, Sam Waterston, Stephen Root. Biopic, 120′. USA 2018
Ruth Bader Ginsburg è stata una delle pochissime donne ammesse alla facoltà di giurisprudenza ad Harvard alla fine degli anni Cinquanta. Si è poi laureata anche alla Columbia, quando era già madre e moglie di Martin D. Ginsburg, destinato a diventare un importante avvocato tributarista. A fine carriera scolastica, però, nella New York dei mille studi legali, faticò a trovare lavoro, in quanto donna in un mondo di uomini, e in seguito lottò con determinazione più unica che rara in moltissimi processi per discriminazione sulla base del genere.
Diretto da Mimi Leder e sceneggiato da Daniel Stiepleman, il nipote del giudice Ginsburg, “Una giusta causa” si ispira ad una storia vera ed è un tributo a Ruth Bader Ginsburg, una delle nove donne a entrare, nel 1956, al corso di Legge dell’Università di Harvard.
Il film si apre con un’esplosione di lirismo, con la Ginsburg (Jones) rappresentata come un’isola di blu cangiante in una marea di giovani scuri che si riversano nella facoltà di legge di Harvard, fortezza del maschilismo. L’immagine è pesante ma azzeccata: la voglia della donna di esserci e il suo rifiuto di essere discriminata è un tema centrale della pellicola.
L’affetto di Stiepleman per la zia è evidente nella sua sceneggiatura. “Una giusta causa” è la storia di una donna preparata e tenace che, a dispetto degli ostacoli, non ha mai rinunciato a portare avanti la sua lotta per i diritti civili. Ma è anche la storia di un amore, quello per Martin Ginsburg (Hammer) che le è sempre stato vicino e l’ha sostenuta in questa battaglia.
Felicity Jones e Armie Hammer formano una coppia affiatata, ricevendo anche un forte sostegno dai personaggi secondari solo di nome, come l’avvocato Dorothy Kenyon, interpretata da Kathy Bates, e Mel Wulf (Justin Theroux), direttore legale dell’ACLU.
Con un certo occhio nel raccontare i dettagli e un forte senso del ritmo, la regista Mimi Leder riesce a rendere un caso giudiziario tecnico e astruso coinvolgente. Un tributo a una delle figure più influenti del nostro tempo, seconda donna a essere nominata giudice della Corte Suprema, ma in generale a tutte le donne.
“Una giusta causa” potrebbe non offrire alcuna nuova informazione sulla vita di Ruth Bader Ginsburg rispetto a quelle che si possono già trovare online. Nonostante la confezione da biopic piuttosto tradizionale, vale comunque la pena entrare a contatto con il personaggio.