di Federica Zanoni (Kikka)
Siamo abituati a darla quasi per scontata, trovandola ogni giorno sulle nostre tavole e nei banchi del supermercato. In realtà ci sono molte cose da sapere, a suo riguardo, non solo sulla coltivazione, ma anche sull’uso e sul consumo. Avete indovinato di cosa stiamo parlando? Della frutta!
Presente in natura sin dai tempi più remoti, quello che ha spinto l’uomo a selezionarla per la propria dieta è stato prima di tutto il gusto, ma poi anche l’adattabilità delle piante a terreni specifici, la qualità e la quantità dell’acqua e della luce richieste, la maggiore o minore resistenza a parassiti e funghi.
Questo in passato. La grande distribuzione ha cambiato radicalmente le cose, e i metodi agricoli sono stati modificati radicalmente grazie a nuove tecniche e all’uso di fitofarmaci di sintesi. Oggi la frutta viene coltivata in regime di monocultura, e si stima che negli ultimi cento anni il 75% delle varietà presenti nel nostro Paese siano scomparse. Il danno non è solo ambientale, ma anche gastronomico e culturale.
Se le varietà sono limitate, oggi è possibile trovare in vendita fragole a dicembre e arance in estate. Un bene? In realtà il consumo della frutta fuori stagione non danneggia solo il portafoglio ma anche la salute e l’ambiente. Infatti la produzione richiede grandi quantità di acqua, fertilizzanti, luce e calore artificiali, e i prodotti che vengono messi in vendita sono di qualità inferiore rispetto a quelli stagionali.
Scegliere frutta di stagione, e proveniente quando possibile da agricoltura biologica, si conferma la scelta migliore per la salute nostra e del pianeta.
Il rapporto di Legambiente “Stop pesticidi” del 2015, che ha preso in esame 7.000 campioni di prodotti ortofrutticoli, ha evidenziato come il 42% di questi sia contaminato. A uva, fragole e mele il primato, con la presenza di anche quindici diversi residui in contemporanea. È un dato che dovrebbe far riflettere, soprattutto se si pensa che spesso consumiamo la frutta senza sbucciarla.
Nel prossimo articolo parleremo di come scegliere la frutta più sicura, e daremo anche dei consigli per diventare produttori in proprio – magari usando il terrazzo di casa.