A tu per tu con Annarita Zambrano, regista di “Dopo la guerra”

Unica donna dietro la macchina da presa a rappresentare l'Italia a Cannes70, ci racconta il suo film

La regista Annarita Zambrano a Cannes con le attrici del suo film, "Dopo la guerra".

Una Cannes sempre più infuocata ospita l’attività stampa del film di Annarita Zambrano “Dopo la guerra, presentato in concorso nella sezione Un certain regard.

Abbiamo scambiato qualche battuta con la regista italiana, unica donna dietro la macchina da presa a rappresentare il nostro paese quest’anno al Festival, come ci tiene orgogliosamente a ricordare.

Annarita, l’interpretazione di Charlotte Cétaire ci ha colpito molto. Quindi vogliamo chiederti, com’è stata selezionata? E coma avete lavorato insieme alla costruzione del suo personaggio?

Charlotte nella vita reale è una ballerina e come tale possiede un rigore, una disciplina oltre che un’etica del lavoro quasi innata. Sono state queste sue caratteristiche che mi hanno spinto a sceglierla per il ruolo. Qualità che ha usato anche sul set per calarsi nel ruolo con grande passione e slancio.

Il delicato rapporto padre figlia tra Marco e Viola viene raccontato attraverso dialoghi autentici, credibili e profondi. Ti sei ispirata a qualche storia o episodio vero per scriverli?

No, è tutto frutto della mia fantasia. Non ho fatto ricerche in tal senso, ma ho voluto inserire in un contesto storico preciso la mia idea di cinema legato alle tematiche di famiglia e di rapporti non sempre facili tra padre e figlia. Ho voluto immaginare che cosa potesse provare una figlia schiacciata dall’ingombrante figura paterna.

Da quanto tempo avevi in mente questo film? E perché hai deciso di affrontare un tema così delicato?

Realizzare un film è un’avventura che richiede tempo, fatica e determinazione. Ho impegnato tre anni della mia vita per scrivere prima la sceneggiatura, e poi trovare i produttori e i distributori. Sono molto orgoglioso di essere riuscita, da italiana, a convincere gli investitori francesi della bontà del mio progetto. Solamente dopo si è aggiunta la Wonder per l’Italia, regalandomi la serenità di poter girare il film sapendo già che avrebbe avuto una distribuzione in Francia e successivamente in Italia.

Prima di salutarci, cosa hai provato quando hai saputo che “Dopo la guerra” sarebbe stato a Cannes, in concorso nella sezione Un certain regard?

Incredulità, stupore. Erano le due di notte quando ho appreso la notizia – mai stata più felice di trascorrere una notte in bianco. E mi permetto di aggiungere con orgoglio di essere l’unica donna regista a rappresentare quest’anno l’Italia.