Torino si conferma capitale italiana dell’arte contemporanea. Il 7 novembre si apre infatti, nello spazio Oval di Lingotto Fiere, la tre giorni di Artissima, l’evento artistico di rilievo internazionale che permette di osservare da vicino lo stato della ricerca sulle arti visive.
Sei sono le sezioni che compongono la XXI edizione della fiera. La Main Section raccoglie come sempre le gallerie mondiali più famose e conosciute. Tra le New Entries troviamo invece i nomi nuovi, le gallerie aperte da meno di cinque anni che partecipano ad Artissima per la prima volta e che possono ambire alla vittoria del “Premio Carbone”, destinato alla galleria “giovane” che si è distinta per il lavoro di ricerca e promozione. C’è poi la sezione Present Future dedicata agli artisti emergenti che potranno presentare qui il loro progetto: al migliore andrà il premio “Illy Present Future” e la possibilità di esporre al Castello di Rivoli-Museo di Arte contemporanea, un onore non da poco.
La sezione Back to the future è stata pensata, invece, per rendere omaggio ad artisti meno noti attivi negli anni ‘60, ‘70 e ‘80: le gallerie prescelte esibiranno un lavoro monografico esponendo opere che vanno dal 1960 al 1989. Per il terzo anno sarà presente anche la sezione Art editions, dove le gallerie possono mettere in mostra stampe, multipli ed edizioni relative ad artisti contemporanei. Infine, per la prima volta, si è meritata una sezione a parte l’arte della performance: nello spazio Per4m verranno presentate sedici espressioni performative, la migliore delle quali verrà premiata con il “Prix K-Way Per4m”.
Aprirà invece al pubblico un giorno prima, oggi, 6 novembre, One Torino, il progetto espositivo prodotto da Artissima, nato lo scorso anno con l’obiettivo di esaltare il ruolo della città sabauda nella ricerca e nella promozione dell’arte partendo proprio da ciò che le appartiene. Per il 2014 si è pensato a una mostra unica, ubicata nel bellissimo e significativo Palazzo Cavour, dal titolo “Shit and die”, curata da Maurizio Cattelan con l’aiuto di Myriam Ben Salah e Marta Papini. Ispiratrice indiscussa del progetto è ovviamente Torino: è tra i luoghi d’arte della città che sono stati scovati gli oggetti attorno ai quali sono pensate le sette sezioni della mostra che, a una lettura globale, ci regalano una narrazione particolare della storia di Torino, del suo ruolo di realtà industriale, dei suoi segreti e dei suoi “idoli”, che ci raccontano di Carlo Mollino e di Camillo Benso di Cavour, di Aldo Mondino e di Adriano Olivetti. L’esposizione, a cui partecipano nomi importanti della scena artistica internazionale ma anche diversi emergenti, resterà aperta fino all’11 gennaio 2015.
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