di Pasquale De Carlo
Un film di Noémie Lvovsky. Con Elsa Amiel, Mathieu Amalric, Noémie Lvovsky, Denis Podalydès, Luce Saint-Jean. Drammatico, 96′. Francia, 2017
Mathilde ha nove anni e vive con la madre da quando i suoi si sono separati. La donna è molto fragile psicologicamente e la bambina si ritrova spesso a doversi occupare d lei. Trova un’occasione di confronto in un gufo di cui solo lei può comprendere il linguaggio.
La seconda giornata della Festa del Cinema di Roma si è arricchita con le pellicole presentate nella sezione parallela e indipendente Alice nella città. Uno di questi è “Tomorrow and thereafter”, film francese estremamente malinconico, contornato da elementi allegorici che contribuiscono a metterne in risalto l’originalità.
La regista Noémie Lvovsky dirige e interpreta una storia che racconta il rapporto problematico tra una madre stanca e psicologicamente instabile e una figlia piccola che per questo è costretta a crescere più in fretta possibile.
Sola e senza amici, la bambina si rifugia in un mondo tutto suo in cui gli unici amici con cui può interloquire sono un gufo e uno scheletro che ha rubato a scienze.
“Tomorrow and thereafter” è ricco di allegorie e immagini surreali e metaforiche che conferiscono un po’ di genuina fantasia a un film altrimenti drammatico, il cui ritmo è sempre un po’ lento e cadenzato.
Il tema della solitudine è l’aspetto centrale che la regista vuol veicolare ed è forse in questo senso che va interpretato il ritmo compassato dell’opera, che tuttavia dimostra un buon slancio nel finale che apre a una possibile riconciliazione
Si tratta di una pellicola abbastanza pesante che non brilla all’interno di una selezione ricca e diversificata. Il rischio che qualcuno in sala cedesse al sonno, ahinoi, era alto. Per fortuna, uscendo alla luce del sole dalla proiezione, c’era un’invitante caffetteria ad attenderci e risvegliarci.