Un film di Alessandro Valori. Con Simone Riccioni, Antonia Catania, Maria Chiara Centorami, Marianna Di Martino, Biagio Izzo. Drammatico, 98′. Italia, 2017
Tratto dall’omonimo romanzo di Simone Riccioni e Jonathan Arpetti
Data di uscita italiana: 21 settembre
Dario (Riccioni), 25enne di bell’aspetto con uno smisurato talento nel basket, si sposta accompagnato da uno stuolo di fan starnazzanti e ammiratori fastidiosi. Il ragazzo, arrogante e spocchioso, è al contempo un campione di insulti e cattive maniere. A spingerlo a cambiare, la diagnosi di una malattia degenerativa, la condanna ai lavori sociali presso un centro di riabilitazione per disabili e soprattutto l’incontro con la volontaria Isabella (Centorami).
“Tiro libero” di Alessandro Valori è un tentativo coraggioso e volenteroso sul piano drammaturgico di raccontare come la superbia e l’arroganza siano, ahinoi, i segni distintivi delle nuove generazioni, incapaci di distinguere le priorità della vita e amare sinceramente.
La sceneggiatrice Valentina Capecci ha cercato di scrivere una storia in cui potessero coesistere cinismo e redenzione, aridità emotiva e romanticismo, costruendo il film intorno al personaggio del cestista Dario, tratteggiato con il massimo del realismo nel suo fastidioso e splendente egocentrismo.
Sfortunatamente il tentativo di emozionare e coinvolgere lo spettatore mostrando il percorso di redenzione del protagonista – che da gretto ed egoista diventa una persona per bene – risulta piuttosto retorico, prevedibile e banale.
La storia è pulita, lineare, mai volgare, ma purtroppo sfocia presto, per toni, trama e dialoghi, in una sorta di libro “Cuore” contemporaneo.
La sfida di Dario è drammaturgicamente interessante e provocatoria, ma il volto simpatico, carino, da bravo ragazzo di Simone Riccioni rende poco credibili le parole sprezzanti pronunciate dal suo personaggio. Riccioni, più che nei panni dell’edonista incallito, sarebbe perfetto in quelli dell’uomo da sposare.
La parte romance, anche se prevedibile e già vista, è godibile quanto tenera grazie alla buona alchimia artistica e umana messa in scena dalla coppia Riccioni e Centorami, con quest’ultima che conferma talento, presenza scenica e bellezza.
Il resto del cast è professionale e dignitoso, senza particolari guizzi.
“Tiro Libero”, per scrittura, regia e recitazione, sarebbe stato più adatto a una collocazione televisiva, magari a una prima serata su Rai 1.
Aspettando che il film compia questo passaggio, lo spettatore volenteroso che lo vedrà al cinema potrà forse trovarvi qualche ispirazione per cambiare, in caso di necessità, la sua vita.
Il biglietto da acquistare per “Tiro libero” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.