Una serie ideata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen, Christian Potalivo. Con Alba August, Lucas Lynggaard Tønnesen, Mikkel Boe Følsgaard, Lukas Løkken, Jessica Dinnage, Sonny Lindberg, Angela Bundalovic. Fantascienza. 2018-in produzione
Sei anni dopo che un virus letale portato dalla pioggia ha quasi sterminato gli abitanti della Scandinavia, due fratelli danesi abbandonano la sicurezza del loro bunker per approdare in un mondo dove la civiltà è stata annientata. Ben presto, Simone e Rasmus si uniscono a un gruppo di altri giovani sopravvissuti per intraprendere un viaggio pericoloso in una Scandinavia desolata, alla ricerca di qualsiasi segno di vita. Liberati dal loro passato comune e dalle regole della società, i membri del gruppo possono scegliere la vita che preferiscono, scoprendo nella lotta per la sopravvivenza che anche in un ambiente post-apocalittico c’è posto per l’amore, la gelosia e molte delle difficoltà del diventare adulti che pensavano di essersi lasciati alle spalle.
Se c’è una cosa che negli ultimi dieci anni ci hanno insegnato film e serie tv a sfondo distopico e post-apocalittico – da “Hunger games” a “The walking dead”, passando per “Maze runner”, “The 100”, “Divergent” – è cosa aspettarci dalla vita sulla Terra dopo una sciagura su vasta scala.
Non si discosta molto dal canovaccio arcinoto – popolazione decimata, sopravvissuti (giovani) che si uniscono per sopravvivere, pericoli a non finire – “The rain”, la prima serie danese di Netflix, creata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo.
In questo caso il nemico dei protagonisti è la terribile pioggia, che ha portato alla diffusione di un virus letale. Nel corso degli otto episodi della prima stagione, anche attraverso una serie di flashback, si approfondisce la psicologia dei personaggi, giovani adulti impegnati nel sopravvivere a un territorio ostile.
Il grigio la fa da padrone. Nelle strade deserte si nascondono persone pronte a tutto per un pasto. E se del cielo non ci si può fidare, la terra non è da meno: l’acqua piovana, infatti, mantiene le sue proprietà distruttrici anche una volta sedimentata.
Dopo un paio di episodi di assestamento “The rain” ingrana, assestandosi lungo un percorso prevedibile ma efficace, in cui accanto ai problemi legati alla sopravvivenza ci sono le dinamiche adolescenziali tipiche del genere Young Adult.
Una serie televisiva che non brilla per originalità, ma che si lascia comunque guardare. Certo, un maggiore impegno in fase di sceneggiatura e messa in scena avrebbe potuto renderla memorabile (visto il soggetto intrigante), ma anche così il prodotto è godibile.