“The perfect candidate”: quando il cambiamento è femmina

Haifaa Al-Mansour dirige una commedia politica semplice, lineare e godibile, che trasmette ottimismo

Un film di Haifaa Al-Mansour. Con Mila Al Zahrani, Nora Al Awadh, Dae Al Hilali. Commedia drammatica, 101′. Arabia Saudita, Germania 2019

La candidatura inaspettata di una giovane e determinata dottoressa saudita alle elezioni comunali sconvolge la sua famiglia e la comunità locale, che si misura con la difficoltà di accettare la prima candidata donna della città.

 

Perché un giovane donna, una professionista stimata che magari ha faticato non poco per farsi strada nel proprio campo, dovrebbe rischiare tutto, impegnandosi in politica?

Prova a rispondere a quella che sembra una domanda retorica – Per nessun motivo al mondo, la risposta – la regista e sceneggiatrice saudita Haifaa Al-Mansour con il suo “The perfect candidate”, una commedia politica nel senso più nobile del genere.

Con garbo e semplicità, la regista evidenzia le contraddizioni e i limiti della società saudita, dove la mentalità maschilista si combina con una diffusa arretratezza culturale, e con la pochezza intellettuale e la pigrizia della classe dirigente, arroccata dietro alle lungaggini burocratiche e a una visione ristretta dell’Islam.

Maryam, la protagonista della nostra storia, stanca di vedere che le sue richieste per il ripristino del manto stradale per raggiungere l’ospedale restano inascoltate, decide di candidarsi alle elezioni. L’improvvisata e briosa campagna elettorale messa in piedi insieme alle sorelle è anche l’occasione per rinsaldare il legame con loro.

“The perfect candidate” ha una struttura narrativa semplice, lineare, a tratti prevedibile ma comunque godibile, brillante e scorrevole. La regia è pulita, puntuale, dotata della giusta sensibilità e acuta ironia per dipingere la società con equilibrio e incisività.

Il cast – soprattutto quello femminile – dimostra grande valore, presenza scenica e abilità nel creare un ponte emotivo con il pubblico.

Il finale, sebbene scontato, riesce a veicolare un messaggio di speranza e ottimismo: il cambiamento è possibile, se anche un gruppo di vecchi e ostinati conservatori possono ricredersi e rivedere le loro posizioni.

 

Il biglietto da acquistare per “The perfect candidate” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

Previous article“Sole”: genitorialità e drammi contemporanei nel film di Carlo Sironi
Next article“Rare beasts”: crisi e ripresa di una donna moderna, nell’Inghilterra di oggi
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here