L’ultimo atto del Premio Strega 2016 si è tenuto ieri, nella cornice insolita dell’Auditorium Parco della Musica. La scelta di abbandonare il Ninfeo di Villa Giulia, però, non ha convinto e possiamo azzardare che già dal prossimo anno lo Strega tornerà a casa, perché, come ha detto Francesco Piccolo sul palco, senza nascondersi, “quello è il suo posto”.
Mormorii e critiche alla location a parte, la 70esima edizione del premio letterario più amato, conteso e chiacchierato d’Italia non ha avuto praticamente storia. Vince, anzi stravince, come da previsioni Edoardo Albinati con “La scuola cattolica“, edito da Rizzoli (143 voti). La dedica dello scrittore è stata per Valentino Zeichen, venuto a mancare di recente.
Se l’assegnazione della medaglia d’oro è sembrata più una formalità che altro, combattuti sono stati gli altri due posti sul podio. Secondo si è piazzato Eraldo Affinati con “L’uomo del futuro” edito da Mondadori (92 voti), seguito da Vittorio Sermonti con “Se avessero“, edito da Garzanti (89 voti). A seguire “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” di Giordano Meacci (minimum fax, 46 voti) e “La femmina nuda” di Elena Stancanelli (la nave di Teseo, 25 voti).
IL VINCITORE | Il romanzo di Albinati, 1300 pagine di memoir che girano intorno al delitto del Circeo ma parlano un po’ di tutto – di borghesia, mascolinità, identità sessuale – ha convinto quasi un terzo dei 460 giurati. La vittoria inaugura l’era della corazzata Mondadori-Rizzoli – i due marchi insieme hanno collezionato una cosa come dieci vittorie dall’inizio del nuovo millennio. E per “La scuola cattolica” c’è anche la prospettiva di arrivare al cinema.
“Ma finché non vedo asciugarsi la firma del contratto non dico nulla. Io comunque non darò nessun consiglio a chi lo farà, ne collaborerò alla sceneggiatura ma andrò alla prima – ha detto Albinati, commentando la vittoria con i giornalisti – Se fossi giovane, il premio mi avrebbe cambiato la vita ma ora vengono ricompensate le persone che volevano da me qualcosa di più. Per loro è una soddisfazione. Ho scritto questo libro per i lettori che vogliono leggere di più, sapere di più, non solo storie ma pensare alla loro vita attraverso i personaggi”.