Un film di J.J. Abrams. Con Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac. Azione, 155′. USA 2019
La Resistenza è ridotta a poche unità, mentre il Primo Ordine dilaga sotto il comando del leader supremo Kylo Ren, ma un messaggio ha turbato la galassia. L’imperatore Palpatine giura vendetta! Ren si mette così alla ricerca dell’origine della trasmissione e arriva a confrontarsi con Palpatine, che gli offre una spaventosa flotta se saprà eliminare la ragazza Jedi, Rey. Questa combatte e si addestra seguendo gli insegnamenti del generale Organa, mentre Finn, Poe e Chewbacca ricevono messaggi da una spia nel Primo Ordine.
Ultimo episodio della saga sci-fi iniziata nel 1977 con “Una nuova speranza” che portò per la prima volta il pubblico in una galassia lontana, lontana, “Star Wars – L’ascesa di Skywalker” chiude un cerchio lungo nove film, nove storie che trovano qui un loro compimento e salutano, almeno cinematograficamente, il loro pubblico.
Tornato nelle mani di J.J.Abrams (già regista di Episodio VII), Episodio IX sembra volersi liberare, almeno nella prima mezz’ora, di tutto ciò che era stato seminato in “Gli ultimi jedi” (poco apprezzato da pubblico e critica) e proporsi come sequel diretto di “Il risveglio della forza”.
Rey (Ridley) sta ancora cercando il suo posto nell’universo, è spinta in egual misura verso la luce e verso l’oscurità e nel suo percorso si imbatte ancora una volta in Kylo Ren (Driver). I due attori sono ormai a loro agio nei rispettivi personaggi, e questa volta, grazie a una sceneggiatura attenta, guadagnano in profondità.
“L’ascesa di Skywalker” è un ennesimo ritorno alle origini per la serie, che colpisce, affonda e va avanti ma forse un po’ troppo velocemente, tanto che non c’è tempo per interiorizzare davvero nessuna emozione o situazione. Comunque non si può dire che sia un film deludente, almeno per i fan del franchise.
In due ore e mezzo le alleanze vengono forgiate e tradite, i pianeti distrutti, e soprattutto i destini si compiono. Il tutto sulle note della colonna sonora, leggendaria, di John Williams.
Un finale che accontenta i fan e risponde a molte domande lasciate aperte, ma a cui manca qualcosa. La capacità di osare, probabilmente, invece di percorrere tutto sommato un percorso già noto e sperimentato in passato. Avventura, personaggi indimenticabili, ma poco di nuovo rispetto a ciò che abbiamo già visto.