Sotto falso nome: 10 scrittori che hanno usato uno pseudonimo

Da J. K. Rowling e Stephen King ai grandi autori del passato: l'arte del nom de plume

Quanto conta per voi, quando scegliete di leggere un libro, il nome dell’autore scritto sulla copertina? Non molto? Anche se non in modo consapevole, è possibile venire comunque suggestionati da una firma importante ed essere portati a valutarne – in bene o in male – un’opera solo perché “è lo scrittore di…”.

Pensate solo alla James di 50 sfumature. Quanto sareste obiettivi nel giudicare un suo prossimo lavoro, magari lontanissimo dall’eros spicciolo, dopo la trilogia con cui ha esordito e fatto fortuna?

Per allontanarsi da un passato ingombrante oppure dimostrare qualcosa a se stessi (che l’apprezzamento del pubblico e quindi le vendite non dipendono dal nome che ci si è fatti in precedenza, ad esempio) diversi scrittori hanno scelto di nascondere la loro vera identità dietro uno pseudonimo. Ma c’è anche chi, così facendo, ha voluto omaggiare un grande del passato o tenere ben distinti due filoni della propria carriera.

Prendendo spunto da un pezzo dell’Huffington Post, passiamo in rassegna 10 autori che hanno celato la loro identità utilizzando un nome fittizio.

 

1 Fernando Pessoa, uno dei poeti più rappresentativi del XX secolo, ha costruito la sua fortuna sui suoi pseudonimi. Álvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares non sono solo dei nomi usati per firmare delle opere, ma sono “persone” a sé stanti, eteronimi dell’autore, parti di lui che prendono forma e si concretizzano nelle cose che scrivono. Il poeta portoghese ha costruito per ognuno una storia, una biografia, tratteggiando anche personalità, gusti e manie.

2Stephen King ha firmato 4 romanzi con il nome di Richard Bachman, sperando forse di attrarre i fan dei Bachman-Turner Overdrive (un gruppo rock canadese attivo negli anni ’70).

3 Joanne Rowling ha raggiunto la fama con la serie di Harry Potter, utilizzando lo pseudonimo J. K. Rowling (dove la K. sta per  Kathleen, nome della nonna paterna). Nel 2013 ha cercato di scrollarsi di dosso per un momento la notorietà e vivere un “normale”, secondo esordio pubblicando il suo primo giallo, “Il richiamo del cuculo“, con il nome Robert Galbraith. Ma questa mossa non ha funzionato: la vera identità dello scrittore è stata rivelata nel giro di pochissimi giorni dall’uscita del libro – che ovviamente è diventato poi un bestseller. Per merito, oppure per la fama dell’autrice? Chi può dirlo… 

La scrittrice Joanne Rowling. Non tutti sanno che J. K. Rowling è uno pseudonimo: la K sta infatti per Kathleen, nome della nonna paterna.

4 Agatha Christie – sicuramente una delle scrittrici di gialli più famose di tutti i tempi – scelse di utilizzare lo pseudonimo Mary Westmacott per firmare i suoi romanzi d’amore, così da non confondere i suoi lettori. 

5 Non tutti sanno che l’autore di “Alice nel paese delle meraviglie“, Lewis Carroll, in realtà si chiamava Charles Lutwidge Dodgson. Lo pseudonimo scelto per firmare i suoi romanzi è una deformazione giocosa del suo vero nome: Lewis è infatti la versione inglese di Ludovicus (da cui deriva Lutwidge); Carroll è l’anglicizzazione di Carolus, il latino per Charles.

6 Anche George Orwell, conosciuto in vita soprattutto come giornalista e opinionista politico e culturale, era uno pseudonimo, dietro cui si nascondeva Eric Arthur Blair. Considerato oggi uno dei maggiori autori di prosa in lingua inglese del XX secolo, deve la sua fama soprattutto a due romanzi: l’allegoria politica “La fattoria degli animali” e la distopia “1984“.

7 Il cileno Pablo Neruda, premio Nobel per la letteratura nel 1971, era nato Neftali Ricardo Reyes Basoalto. Con il suo pseudonimo intese rendere omaggio allo scrittore e poeta cecoslovacco Jan Neruda, riprendendone il cognome – mentre, secondo alcune fonti, per il nome si rifece a quello di un altro letterato, il francese Paul Verlaine.

8 Passando ai grandi scrittori di casa nostra, la doppia cultura e ascendenza tedesca e italiana si riflette nel nome Italo Svevo, scelto da Aron Hector Schmitz, nato a Trieste da un’agiata famiglia ebraica quando ancora la città faceva parte dell’impero austro-ungarico.

9 Lo pseudonimoSibilla Aleramo fu suggerito a Rina Faccio da Giovanni Cena, direttore della rivista “Nuova antologia”, all’epoca della pubblicazione di “Una donna” (1906). Cena trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci “Piemonte” e da quel momento in avanti quello divenne il nome della donna nella letteratura e anche nella vita.

10 Lo scrittore, pittore e compositore Andrea de Chirico aveva invece scelto lo pseudonimo di Alberto Savinio.

 

A voi la parola. Conoscevate le storie e le motivazioni dietro a questi nom de plum? Ce ne sono altri che hanno solleticato la vostra fantasia nel corso del tempo? Fateci sapere nei commenti e sui social.