Una serie di Carmine Elia. Con Lino Guanciale, Gabriella Pession, Valentina Romani, Ettore Bassi, Antonio Gerardi. 12 episodi (50′)
Ispirata ai gialli di Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi
Voi, amanti dell’occulto e del sovrannaturale. Voi, che avete pianto per il film “Ghost” e continuate a farlo, quando lo rivedete, sognando l’amore che vince anche sulla morte.
Voi, cultori del “Sesto senso”, che avete pensato almeno una volta di vedere “la gente morta”. Voi, teledipendenti che avete seguito per anni la serie “Ghost wishperer – Presenze” trepidando per Jennifer Love Lewit, senza dubbio la sensitiva più sexy mai vista.
Ecco, per tutti voi Mamma Rai ha pensato a una nuova serie che mescola fantasy e noir, “La porta rossa”. Potrete seguirla su Rai 2 a partire dal 22 febbraio.
Nata da un’idea di Carlo Lucarelli e di Giampiero Rigorosi, segna un coraggioso e convincente passo in avanti narrativo e registico nel panorama della fiction italiana sui canali generalisti.
Un rischio che Tinni Andretta, direttore di Rai Fiction, ha voluto correre, forte anche degli ultimi successi (“L’allieva”, “C’era una volta Studio Uno”, “Rocco Schiavone”) che hanno dimostrato come sperimentare nuove linee spesso paga in termini di ascolti.
Dodici episodi per un’indagine sui generis, condotta dal fantasma dell’ispettore Leonardo Cagliostro (Lino Guanciale).
Ucciso durante un’operazione notturna per arrestare il pericoloso e misterioso spacciatore il Messicano, Cagliostro era un lupo solitario che amava agire seguendo il proprio istinto, burbero, con problemi anche nella vita privata. Si stava infatti separando dalla moglie Anna (Pession) a causa d’incomprensioni caratteriali che dimostravano però come il legame che univa i due fosse tutt’altro che estinto.
L’ispettore viene ucciso da un misterioso killer, che appare improvvisamente sulla scena e giustizia anche il Messicano. Chi ha voluto morto Cagliostro? E cosa aveva scoperto?
Sul punto di varcare la “porta rossa” e ascendere al cielo, Cagliostro decide di restare invece sulla Terra per proteggere Anna, che rischia di essere uccisa a sua volta. Ma cosa può fare un fantasma arrabbiato per farsi ascoltare? Nulla o quasi, se non fosse che mentre si aggira come un’anima in pena – è proprio il caso di dirlo! – per le strade desolate di Trieste, la presenza si imbatte in Vanessa (Valentina Romani), una studentessa che inspiegabilmente è capace di vederlo e sentirlo.
“La porta rossa”, come ha dichiarato Carlo Lucarelli in conferenza stampa, è l’ambizioso tentativo di costruire un giallo classico – genere di cui lo scrittore, con i suoi romanzi, ha dato bella prova – mescolato con altre suggestioni, senza però perdere mai di vista la narrazione principale, ovvero l’indagine su un omicidio.
La drammaturgia si presenta lineare, ben scritta, con interessanti spunti creativi capaci d’incuriosire lo spettatore e soprattutto di tenere alto il pathos per tutti e dodici gli episodi.
La prima puntata potremmo definirla introduttiva: vengono infatti presentati i personaggi e gettate le basi per far immergere il pubblico in una storia e un’atmosfera sospese tra realtà e sovrannaturale, che rievocano film e serie tv americano e anglosassoni di successo.
Cagliostro, vittima e investigatore allo stesso tempo, ha una seconda possibilità di chiudere i conti con la propria vita terrena, e oscilla tra sentimenti ancora umani e una crescente e angosciante consapevolezza del nuovo status.
Lino Guanciale, di cui premetto di non essere un grande fan, mette in campo nel primo episodio una recitazione eccessivamente urlata e caricata, non del tutto convincente. È probabile e auspicabile che il suo personaggio si sviluppo nei successivi episodi, con toni più moderati e adatti al progetto.
La storia d’amore tormentata tra Cagliostro e la moglie, perno dell’intero impianto narrativo, appare forzata e a tratti melensa. Anche in questo caso sospendiamo il giudizio, attendendo di vedere i prossimi episodi.
Chi invece, fin dalla prima scena, riesce a bucare lo schermo è Valentina Romani nel ruolo di Vanessa. Si ha la sensazione che il personaggio possa conquistare con merito il centro della scena. La Romani appare ben calata nel ruolo e capace di stupire il pubblico con una performance intensa.
La regia di Carmine Elia è di buon livello, capace di costruire uno show carico di pathos, che spiazza e sorprende con i continui colpi di scena.
A partire dal 22 febbraio non resta che seguire le avventure dell’ispettore Cagliostro alle prese con l’indagine più difficile, per scoprire cosa si nasconde dietro la porta rossa…