La storia di “Storie di notti senza luna” è particolare. Eilan Moon ha avuto l’idea di aprire questo blog, nel 2012, per condividere con tutti gli amanti della lettura recensioni, interviste e blog tour. Con il passare del tempo, però, lo spazio virtuale ha richiesto una presenza più costante e la fondatrice ha pensato di condividere il piacere di comunicare con altri appassionati della lettura. Oggi, il progetto si è ampliato tanto da coinvolgere, oltre alla fondatrice, ben cinque blogger.
Formano il team Eilan Moon, l’autrice Malia Delrai, Bia, divoratrice di libri, Chiara, giovanissima blogger e studentessa che frequenta il liceo classico, Marika Bovenzi, studentessa di archeologia, lettrice, artista e blogger, e per finire Ilaria Militello, scrittrice di poesie.
In questa intervista conosciamo meglio queste sei ragazze, lettrici appassionate ed entusiaste, che hanno deciso di unire le forze per dare vita a un blog sempre più attivo e curato.
Come e quando è nata l’idea per il blog?
EILAN: Storie di notti senza luna nasce nel dicembre 2012 dal mio desiderio di condividere le opinioni sulle mie letture con altri e dalla speranza che questo angolo web mi avrebbe permesso di far leggere a molti lettori le mie short stories horror. Il nome che ho voluto dare al blog nasce dalla mia passione per il nostro satellite: la luna.
Perché hai deciso di cimentarti in quest’impresa? Avevi già delle esperienze analoghe alle spalle oppure questa è la tua “prima volta”?
EILAN: Come dicevo prima, lo scopo principale del blog era quello della condivisione. Non avendo esperienza pregressa è stato un vero e proprio esperimento.
Vediamo dal blog che dietro “Storie di notti senza Luna” ci sono ben 5 blogger. Com’è nata questa collaborazione? Perché, Eilan, hai deciso di aprire le porte del tuo spazio personale ad altre persone?
EILAN: Allora, in realtà siamo in sei. Marika è molto impegnata, perché oltre allo studio collabora con altri importanti blog letterari, e si scorda sempre di inserirsi come scrittrice. Più tardi la punirò… ovviamente scherzo! In verità questo blog è nato per essere solo ed esclusivamente mio, ho messo l’anima per farlo crescere e per essere un punto di riferimento per molti lettori e soprattutto lettrici, quindi la scelta di gestirlo con altre persone non è stata semplice, ma si è reso necessario. La mia attività di autrice ha cominciato a portarmi via più tempo di quello che avevo creduto all’inizio e con il lavoro e la famiglia era diventato impossibile per me occuparmi di tutto da sola. Ecco la decisione di aprire le porte ad altri.
Quali pensi che siano le maggiori difficoltà di gestire un blog?
EILAN: Credo soprattutto il tempo. Se vuoi fare le cose fatte bene, come piace a me, scrivere recensioni, organizzare le interviste, i blog tour o i giveaway serve molto, molto tempo.
ILARIA: Bisogna sempre cercare di attirare i lettori con qualcosa di nuovo e originale. Coinvolgerli non sempre è facile.
MARIKA: Penso sia quella di collaborare con altre persone. Mi spiego meglio: trovo difficile e affascinante mettere insieme idee concepite da diversi cervelli e far sì che queste funzionino e risultino originali.
BIA: La difficoltà maggiore, a mio parere, sta nel trovare il tempo per gestire tutto ciò che riguarda il blog: leggere nuovi libri, organizzare gli eventi per coinvolgere i lettori, cercare le anteprime. Sono tutte cose che richiedono molto tempo e attenzione affinché il lavoro risulti di qualità.
E di gestirlo in sei? Com’è collaborare con altre persone? Si perde un po’ della libertà che hanno le blogger “solitarie” oppure l’unione fa la forza ed essere un gruppo è utile perché potete consultarvi, e comunque tre menti brillanti insieme funzionano meglio di una?
EILAN: Secondo me dipende tutto da quello che si vuole ottenere. Se si desidera lavorare al blog come a un diario dei segreti e delle proprie letture, collaborare con altri diventa inutile e può anche danneggiare la finalità del blog stesso. Invece, se si desidera regalare punti di vista diversi ai lettori e diffondere l’amore per la lettura, allora essere in tanti aiuta. Noi lavoriamo separatamente, cioè ogni blogger gestisce le proprie letture e le proprie recensioni, non abbiamo vincoli particolari, l’unico MUST che ho stabilito sin dall’inizio con le altre ragazze, è quello della qualità. Meglio scrivere due recensioni in meno che fornire al lettore degli articoli sgrammaticati, con errori ortografici, e ripetitivi.
In base a cosa scegli i libri da recensire? Capita che le case editrici o gli autori ti propongano dei titoli, oppure segui sempre e solo l’ispirazione?
EILAN: Entrambe le cose, leggo per piacere e leggo su richiesta.
ILARIA: Lasciamo sempre spazio a tutti. Molte volte scegliamo noi, altre invece sono gli autori o le case editrici a proporci i loro libri.
MARIKA: Nel mio caso il più delle volte sono le case editrici a spedirmi i libri da recensire, ma per fortuna la stragrande maggioranza appartiene solitamente a generi che leggo con piacere. Poi, ovviamente, se compro un libro e questo mi emoziona non esito a recensirlo.
BIA: La nostra mentore di solito ci propone dei titoli e io scelgo quello che mi incuriosisce di più, fermo restando che Eilan ci dà la libertà assoluta di recensire anche scritti che stiamo leggendo per nostro interesse personale, cosa che apprezzo molto, visto che leggere titoli imposti si è sempre rivelato un problema per me.
Quanto è difficile essere obiettivi, quando si parla di recensioni? Molti blogger lamentano il fatto che gli autori e le case editrici inviano libri da recensire ma poi accettano solo pareri positivi. Ti è mai capitato qualcosa del genere?
EILAN: Mi è capitato di sentire altri lamentarsi di questa cosa, ma a me personalmente non è mai successo. Quando scrivo un’opinione non del tutto positiva argomento sempre la motivazione della critica, proprio allo scopo di evitare questi problemi e nella speranza di fornire all’autore e all’editore dei buoni spunti per migliorare il proprio prodotto.
ILARIA: No, per fortuna cerco sempre di essere obiettiva e non dare mai giudizi troppo personali perché non voglio influenzare gli altri lettori. Un libro che a me non piace, può essere interessante per qualcun altro. Quindi valuto più la storia e come scrive l’autore.
MARIKA: Sinceramente no. I libri che ho ricevuto dalle case editrici hanno avuto, da parte mia, sempre e solo recensioni obiettive. Ho una mia politica, potrebbe sembrarvi strana, ma finora ha funzionato. Se sono libri di autori “irraggiungibili” o che comunque non hanno contatti diretti con i fan, e risultano negativi sotto alcuni aspetti, tendo a farlo notare nella recensione; se invece si tratta di libri self publishing o comunque di autori esordienti, la mia teoria è che se c’è qualcosa che nello scritto complessivo stona, posso tranquillamente parlarne con l’autore in questione, in privato, senza eclissare gli elementi positivi (sappiamo bene che la gente guarda prima il commento negativo e poi giudica).
BIA: Difficile è un eufemismo. Sono dell’opinione che ci voglia sempre un certo tatto nel dare opinioni riguardo al lavoro altrui: bisognerebbe, per un attimo, mettersi nei panni di chi ha scritto le opere che ci vengono proposte, tanto per cominciate. Normalmente gli scrittori investono molte delle proprie energie nelle loro opere, a nessuno piace veramente sentir criticare il proprio lavoro, specialmente se le critiche hanno poco di costruttivo. È purtroppo vero che molti scrittori o case editrici non accettano neanche quelle che sono critiche costruttive. Tempo speso e sangue sudato non garantiscono necessariamente che il prodotto piaccia a tutti. Per me vale comunque la regola che le opinioni, di blogger e lettori, sono verità parziali e non assolute, in quanto si tratta sempre e comunque di gusto personale (ameno che non ci si trovi davanti a un disastro totale con errori di grammatica o sintassi).
Oggi scrivere un blog – anche e soprattutto di libri – sembra diventata un po’ una moda. Cosa deve avere, secondo te, un blog per avere successo? Per distinguersi dagli altri e conquistarsi una fettina di pubblico?
EILAN: Non credo sia una moda, soprattutto se ci rivolgiamo agli adolescenti e agli studenti. Credo invece che i blog gestiti da giovani siano molto pochi. Per quanto riguarda “il fare la differenza”, io penso si tratti solo ed esclusivamente di qualità. Il lettore si rende conto quando un blog gli offre delle recensioni oggettive e in generale un buon servizio. Certo, iniziare è difficile perché nessuno sa dell’esistenza del tuo angolo web, ma con il tempo e la fatica si riesce a emergere.
ILARIA: Come ho detto prima, fare iniziative interessanti e coinvolgenti. È vero, ultimamente i blog stanno spuntando come funghi e attirare i lettori è sempre più una lotta.
MARIKA: A mio parere, anche se i blog “letterari” sono numerosi, pochi possono vantare anche “elemento qualità”. Un blog, per funzionare bene, deve proporre tematiche alternative, distinguersi, avere un certo stile di scrittura, di grafica (deve essere anche piacevole guardarlo) e infine pubblicizzarsi bene.
BIA: Più che una moda, direi che i lettori sono diventati più intraprendenti riguardo l’espressione delle proprie idee, anche se si rischia di incappare in figure saccenti di dubbio gusto. Ad un buon blog di libri serve anzitutto serietà: non ci si può vendere a case editrici e scrittori, se un libro non ci piace, non si può e non si deve scrivere il contrario. In quanto alla fettina di pubblico, è difficile a dirsi, ma penso che dipenda più che altro dai gusti dei lettori: tante più rubriche trattate in maniera appropriata il blog possiede, tanti più follower di vario genere attirerà. Portando un banalissimo esempio: un lettore medio che legge solo fantasy, più difficilmente apprezzerà un blog di libri che trattano di filosofia o biografie storiche, ma se su quel dominio c’è invece una rubrica interessante dedicata al fantasy, allora anche il lettore sopracitato sarà probabilmente interessato a dare un’occhiata e seguirlo.
Parliamo per un attimo delle rubriche. Quasi tutti i blog ne propongono alcune, e se ci sono delle novità carine, capita anche molto spesso di vederne di estremamente simili (se non identiche). Cosa ne pensi di questa tendenza all’imitazione? Il pubblico apprezza davvero? Oppure proporre qualcosa di standardizzato finisce per essere un meno invece che un più?
EILAN: Nel nostro blog non abbiamo rubriche particolari proprio per questa ragione: trovo inutile dedicare tempo che può essere utilizzato per leggere e recensire nello scrivere cose che già altri blog offrono. Noi abbiamo la pagina delle interviste, le recensioni, la pagina sui generi letterari e le novità in libreria, per ora ci dedichiamo a fare questi al meglio.
ILARIA: Le rubriche sono carine e distraggono anche il lettore ogni tanto. Il blog così risulta meno pesante. Non penso sia uno svantaggio, questa imitazione, perché poi ognuno svolge la rubrica in maniera diversa e quindi per il lettore può risultare piacevole vedere le differenze.
MARIKA: Questo argomento può creare un collegamento con i vari generi delle case editrici. Se va di moda una categoria particolare, molti tenderanno a seguire la corrente in voga e quindi in alcuni casi ad accontentarsi del “trito e ritrito”, mentre altri continueranno a remare contro corrente. Poi c’è l’eccezione della categoria che, nonostante l’etichetta, riesce a distinguersi nella fiumana identica.
BIA: Per quanto le si disponga in modo diverso, le note sono sette e sempre sette restano. Creare qualcosa di veramente nuovo è molto difficile, la differenza secondo me è il come viene proposto ciò che potrebbe apparire banale e già sfruttato dagli altri. Se poi salta fuori qualche idea veramente originale, ben venga, chissà però se il pubblico apprezza veramente.
Alcuni blogger, grazie ad idee di successo e passione, sono riusciti a farsi notare da case editrici anche importanti oppure testate giornalistiche ed avviare così una collaborazione (o scrivere un libro). Uno su mille ce la fa, oppure è una possibilità concreta? Sogni qualcosa di simile, oppure il tuo blog ti basta?
EILAN: Sono possibilità concrete, certo. Gli editori ti contattano per inviare romanzi da recensire e anche autori, in questo modo si collabora insieme per diffondere il virus della lettura. Per quanto riguarda il blogger che diventa autore, credo che molti, come me, inizino a gestire un sito proprio con lo scopo di far conoscere anche i propri scritti alla massa, ma non è grazie al blog letterario che diventi uno scrittore pubblicato da una casa editrice. Il blog ti aiuta a trovare dei lettori, ma per pubblicare si deve fare ben altro e molti altri sacrifici.
E concludiamo con LA domanda: che progetti hai per il tuo blog? Come lo vedi tra 12 mesi e dove pensi che possa arrivare?
EILAN: I progetti per il blog sono gli stessi che avevo nel giorno della sua creazione: fornire ai lettori uno spunto in più per amare la lettura. Tra 12 mesi mi auguro che Storie di notti senza luna abbia molti più follower e, perché no, anche altri collaboratori.