Un film di Liesl Tommy. Con LeRoy McClain, Jennifer Hudson, Forest Whitaker, Tate Donovan, Audra McDonald. Biopic, 145′. USA 2021
Vita di Aretha Franklin, un talento incontenibile dalla vita difficile. L’infanzia, vissuta in compagnia di un padre-padrone, il reverendo C.L. Franklin, e con la madre come presenza effimera, reca traumi difficili da sanare. Anche quando Aretha conoscerà il successo come cantante soul, il passato tornerà spesso a farle visita, cercando di tarparle le ali.
Raccontando un arco di 20 anni – dall’infanzia difficile, vissuta con il padre-padrone, alla storica registrazione live del 1972 di “Amazing Grace” – “Respect” offre una prospettiva sicuramente ampia ma non particolarmente profonda su una delle icone della musica mondiale, Aretha Franklin.
Il regista teatrale e televisivo Liesl Tommy debutta al cinema, lavorando su una sceneggiatura di Tracey Scott Wilson. Trovandosi di fronte a un materiale enorme e difficile da trattare, questo va detto, ha scelto di percorrere la strada dei brevi flash, senza approfondire davvero nulla.
Il risultato è un biopic abbastanza superficiale, didascalico, che si muove tra la carriera della Franklin, la sua complicata vita familiare e la fede, ma non riesce mai del tutto a catturare la bellezza e la vera essenza della protagonista.
A salvare “Respect” dal baratro sono, manco a dirlo, la musica e la splendida performance di Jennifer Hudson. Nel film ci sono tutti i brani che uno avrebbe potuto desiderare, proposti in versione studio oppure sul palco. E la Hudson poi – scelta dalla stessa Franklin, coinvolta nella produzione fino alla sua morte, nel 2018 – si carica la pellicola sulle spalle, donandogli una solidità che altrimenti mancherebbe.
Skye Dakota Turner interpreta invece la giovane Aretha, e per quanto la sua presenza sullo schermo sia breve, l’attrice è brava a mostrare abilmente sia le gioie che il trauma che poi influenzeranno la donna da adulta.
Nonostante questo, e purtroppo, un personaggio come Aretha Franklin, ricco di sfaccettature e non estraneo alla sofferenza – tra violenze sessuali, abusi domestici, alcolismo – non viene reso in tutta la sua verità. “Respect” è musicalmente e storicamente accurato ma privo di anima.