Alessia Gazzola è tornata in libreria per Longanesi il 30 agosto con “La Costanza è un’eccezione“, terzo e ultimo – l’ho scoperto solo alla fine, leggendo i miei amati ringraziamenti – capitolo delle avventure dell’anatomopatologa siciliana dai capelli rossi.
Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la Sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico Nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa Marco, incantevole padre della sua incantevole Flora che Costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. E dopo che lui ha lasciato la storica fidanzata alla vigilia delle nozze, Costanza pensa che per la loro famiglia possa esserci una chance…
Ma nella vita di Costanza c’è poco spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria, che sta cercando di convincersi di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l’Istituto di Paleopatologia di Verona per un impiego da anatomopatologa a Venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l’ultima discendente di un’antica famiglia veneziana, gli Almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c’è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato.
Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità… e poi scopre che nell’operazione è coinvolto anche Marco. Che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per cercare di capire cosa c’è davvero tra lei e Marco?
Nel corso di questi anni ho avuto modo di esprimere la mia opinione su tutti i romanzi di Alessia Gazzola. Se, pur apprezzandone lo stile ironico e leggero, la serie dell’Allieva non mi aveva lasciato una grande impressione, nelle avventure di Costanza Macallè, medico e madre single, alle prese con problemi lavorativi e familiari, ho avvertito una crescita dell’autrice. La Gazzola è maturata e con il personaggio di Costanza ha fatto davvero grandi passi avanti!
Nonostante anche lei, come Alice, sia un medico con la testa presa – anche – da altre faccende, che porta avanti la sua vita sentimentale alquanto sconclusionata e non solo quella professionale, la sua caratterizzazione è molto più credibile. Anche quando compie scelte avventate o si perde nei suoi pensieri, Costanza fa simpatia, non risulta mai macchiettistica come troppo spesso avveniva con Alice.
La parte contemporanea della storia, insomma, è piacevole. I personaggi sono ben caratterizzati; la trama non avrà chissà quale carica di novità, ma è abbastanza movimentata da non annoiare. Come di consueto la piccola Flora è una ventata di aria fresca, così come lo sono le problematiche relative all’essere genitori di un bambino di 4/5 anni. Quando Costanza è raccontata nel suo ruolo di mamma, con le preoccupazioni, gli scivoloni e quei divertenti “Montessori flagellami” pensati tra sé e sé è impossibile non sentirla vicina – specie se si è genitori a nostra volta.
Quello che in “La Costanza è un’eccezione” mi ha convinta meno, invece, è stata la componente storica, la vicenda ambientata nel passato che, mano a mano che i nostri paleopatologi portano avanti il loro lavoro, si sviluppa. In questo caso, pur apprezzando le intenzioni della Gazzola e la scelta di ambientazione e periodo (spiegate nei ringraziamenti), ho trovato che la storia in quanto tale fosse piuttosto debole. Ci si aspetta che succeda qualcosa e invece… la storia è tutta lì – e non stupisce più di tanto che anche la ricerca del team di Costanza nel presente si risolva, alla fine, con un niente di fatto. Perché di fatto da scoprire c’era molto poco.
Archiviato il caso di giornata, per la nostra simpatica eroina è il momento di guardare avanti. I punti di domanda sono ancora tantissimi, sul versante sentimentale ma anche lavorativo. In primis, riuscirà a far funzionare le cose con Marco, che sembra finalmente pronto a iniziare una relazione seria? E poi, resterà convinta della scelta di abbandonare la paleopatologia oppure no? Perché sotto sotto il lettore già se la immagina tornare sui suoi passi, e riprendere il suo posto all’Istituto magari, insieme a Diana, Miss Foley e gli altri.
Purtroppo, e in questo caso uso la parola con convinzione, non lo scopriremo il prossimo anno. Perché Alessia Gazzola ha deciso di chiudere con “La Costanza è un’eccezione” questa storia. Se solitamente tendo a lodare chi evita di trascinare troppo a lungo una serie che ha avuto successo, in questo caso penso che magari, e dico magari, un altro romanzo sarebbe anche potuto starci. Vedremo se l’autrice prima o dopo deciderà di tornarci su, oppure se questo finale chiuso/non chiuso resterà quello definitivo.