“Qualcosa di meraviglioso”: una storia di riscatto che sa di fiaba moderna

Un film sobrio, che emoziona e commuove puntando sul racconto realista e sulla semplicità

Un film di Pierre-François Martin-Laval. Con Isabelle Nanty, Gérard Depardieu, Ahmed Assad, Mizanur Rahaman, Sarah Touffic Othman-Schmitt. Biopic, 107′. Francia 2019

Nel maggio del 2011, Nura Mohammad lascia il Bangladesh con suo figlio in cerca di stabilità e speranza. Dietro di lui il resto della famiglia, davanti Fahim, 8 anni e un talento per gli scacchi. Padre premuroso e protettivo, Nura omette al figlio le violenze che agitano il loro paese e giustifica la loro partenza con la promessa di fargli incontrare in occidente un grande maestro di scacchi. Ma arrivati in Francia le cose non sono così semplici. A semplificare la partita e l’amministrazione francese ci pensa il vecchio Sylvain Charpentier, campione di scacchi di grande mole e saggezza. Accolto nella sua aula, Fahim imparerà rapidamente le regole del gioco e della vita.

 

Ispirato dalla storia vera di Fahim Mohammad, un bambino di 11 anni scappato dal Bangladesh e rifugiatosi in Francia con il padre che riesce, grazie al suo immenso talento per gli scacchi, a riscattarsi, “Qualcosa di meraviglioso” è un’autentica favola moderna.

Mostrando la durezza dell’esilio e della separazione dalla famiglia, la complessità del sistema amministrativo che gli stranieri devono affrontare in Francia così come la barriera linguistica, il film è una storia di riscatto personale ma si inserisce giocoforza nel contesto attuale, dove il dibattito sull’immigrazione e la sua regolamentazione è all’ordine del giorno.

Pierre-François Martin-Laval realizza un’opera sobria, che segue da vicino i suoi personaggi senza mai interferire, se non con estrema delicatezza, nelle loro complicate vite. Il soggetto viene lavorato senza sensazionalismi, puntando sul semplice racconto.

Un padre e un figlio lasciano il Paese d’origine e la famiglia per far sì che il ragazzino abbia una chance di sviluppare il proprio talento per gli scacchi. La storia, esemplare di per sé e dai tratti fiabeschi, non ha bisogno di ulteriori infiorettature. Il pubblico entra in sintonia con i protagonisti e si emoziona. Semplicemente.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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