“Qualcosa di buono”: due donne, una grande amicizia, un nuovo inizio

Il film di George C. Wolfe, con Hilary Swank ed Emmy Rossum, affronta il delicato tema della SLA

di Simona Quadri

 

Un film di George C. Wolfe. Con Hilary Swank, Emmy Rossum, Josh Duhamel, Stephanie Beatriz, Jason Ritter, Julian McMahon. Drammatico, 104′. USA 2014

Quando Kate comincia ad avvertire i primi segnali che il suo corpo non obbedisce più a lei ma ad una malattia progressiva e invalidante, la vita che ha condotto fino a quel momento si sgretola con crudele rapidità. Non può più suonare il piano né cucinare, non se ne fa più nulla o quasi dell’immensa casa modernista su due piani, e presto nemmeno di un marito, Evan, che per paura di romperla ha pensato bene di smettere di avvicinarla intimamente. Ferita nell’anima, ancor prima che nel fisico, Kate insiste per assumere come badante la giovane Bec, universitaria caotica e inesperta, dotata però della carica vitale di cui lei ha disperatamente bisogno.

 

Ci sentiamo di definire “Qualcosa di buono” una versione al femminile – quanto riuscita spetterà al pubblico stabilirlo – di “Quasi Amici”, la pellicola che nel 2011 ha conquistato pubblico e critica con la sua ironia e delicatezza, diventando il secondo film francese di tutti i tempi in termini di incassi, superato solo da “Giù al Nord”.

Le protagoniste sono due donne, diverse ma anche molto unite, che impareranno ad andare oltre le diversità e costruiranno una profonda amicizia, scoprendo loro stesse e cosa vorrebbero essere veramente.

Il film, adattamento del romanzo “You’re not you” di Michelle Wildgen, ha il merito di affrontare un tema molto attuale e delicato come la SLA, una malattia neuro-degenerativa che fa registrare 1.000 nuovi casi all’anno solo in Italia.

Accanto al premio Oscar Hilary Swank, nel ruolo di Bec, sbandata studentessa universitaria e aspirante rock star, Emmy Rossum, lanciata dal telefilm “Shameless”, dove interpreta la problematica Fiona. “Il mio personaggio assomiglia a Fiona – ha dichiarato l’attrice in un’intervista. – Come lei, Bec è incasinata e incapace di gestire la propria vita”.

Il messaggio essenziale del film è che non c’è niente di male nell’essere, per così dire, diversi dagli altri.

Vi lasciamo con due curiosità. La prima: fuori dal set la Swank sta vivendo una situazione simile a quella raccontata dal film. Nei giorni scorsi ha infatti annunciato di volersi prendere una pausa dal lavoro per dedicarsi al padre, che ha dei problemi di salute. La seconda è che negli Stati Uniti il film è stato vietato ai minori di 17 anni non accompagnati, per via della presenza di contenuti sessuali, uso di droghe e linguaggio scurrile.