Il romanzo descrive l’amore attraverso gli occhi di un’aspirante principessa che conduce una vita immersa nei ritmi frenetici dell’epoca odierna, tra una carriera in ascesa e un mondo dove l’amore non è più propriamente incantato, ma disilluso e beffardo. La protagonista, Talia, ha 26 anni, una ragazza dalla promettente carriera: è una scrittrice, con una silloge di poesie già pubblicata, un libro in imminente uscita ed altri progetti lavorativi attivi, ma, oltre le gratificazioni professionali, ricerca, tra realtà oniriche e personaggi immaginari, un amore da favola, puro e incontaminato. Tale desiderio la induce così a cambiare il suo vecchio stile di vita, legato ai luoghi comuni imposti dalla società attuale, e ad agire in modo che le scelte presenti non siano più influenzate dalle delusioni passate. Vari incontri, scelte sbagliate e “chiacchierate” interiori incalzano la narrazione, e quando la protagonista smette di ricercare, trova il suo principe azzurro, Marco. Nel silenzio di un bacio diventa lei stessa la protagonista della favola.
Un romanzo breve, quasi un racconto, che si legge in poco tempo e lascia la sensazione che, volendo, l’autrice avrebbe anche potuto sviluppare personaggi e situazione in maniera un po’ più estesa, senza rischiare di annoiare il lettore. O di perdersi.
Raccontare una storia completa in meno di 80 pagine non è semplice, e in questo Angela Barbieri si dimostra molto brava. Serve una grande capacità di sintesi per racchiudere emozioni, pensieri, un accenno di sviluppo, in così poco spazio. Come ho scritto sopra, in questo caso sono convinta che dilungarsi appena un po’ di più non sarebbe stato poi così male. Soprattutto per ciò che riguarda il finale (ma ci arriveremo).
La protagonista Talia ci risulta subito vicina e familiare, molto più di altre protagoniste di commedie d’amore moderne. Perché, per una volta, non si avverte in lei (e nell’autrice che dà voce ai suoi pensieri) la remora a raccontare le cose come stanno davvero, qui, ora. Nel 2015 capita a una donna di avere relazioni anche solo fisiche, capita di non legarsi sentimentalmente a ogni maschietto che varca la porta di casa, capita di essere lei la parte dominante. Capita, e non c’è niente di male in questo! Le fiabe ci hanno insegnato che le principesse sono molto spesso fanciulle in difficoltà, che hanno bisogno di un principe senza macchia e senza paura per tirarsi fuori dai guai e realizzarsi. La vita reale è un’altra cosa. Quindi se c’è un primo elemento che ho apprezzato di questo racconto è proprio questo: Talia, almeno all’inizio, ci viene presentata come una ragazza moderna, “una mangiatrice di uomini” capace però di godersi la sua vita e la sua sessualità senza sensi di colpa o paranoie. Alleluia!
Vero è che questa versione di lei non le va più molto a genio, vero è che, quando la conosciamo, è impegnata a reinventarsi, a mostrarsi più principessa classica e meno avventuriera. Ma il fatto di mostrare anche questo lato meno schiavo delle regole… l’ho apprezzato davvero molto.
Il secondo elemento che mi ha colpita – e stupita – è lo stile. Da questo libricino dalla vivace copertina fuxia mi aspettavo molte cose, ma probabilmente non un monologo così brioso e dissacrante, dove la protagonista di tanto in tanto interagisce anche con i suoi neuroni. Non sto scherzando! Talia riflette, si interroga, e talvolta la sua mente le risponde… prendendo la forma di uno pseudo angioletto e di uno pseudo diavoletto, ognuno seduto su una spalla e pronti a dare consigli, diametralmente opposti ovviamente. Solo che qui, i due consiglieri, hanno le fattezze di un grillo parlante e di un Pinocchio. E questo ci porta al terzo elemento degno di nota.
Come non citare infatti, tornando a parlare di fiabe, il sapiente intreccio che Angela Barbieri ha saputo fare tra storie e personaggi che conosciamo da sempre e vita reale? Talia vuole sentirsi una principessa, cerca il suo principe azzurro. Non indossa scarpette di cristallo ma stilose decolleté tacco 12 – e qualche volta anche delle semplici scarpe da ginnastica. Nella sua mente si svolgono esilaranti dialoghi tra lei, un neurone-grillo parlante e un neurone-Pinocchio. Ogni pagina è sorprendente, per quanto è ricca di spunti di questo tipo. Una storia semplice, quotidiana, come può esserlo quella di una ragazza di 26 anni impegnata nella ricerca di un equilibrio affettivo e sentimentale, diventa qualcosa di molto più sfaccettato, e divertente.
Il finale mi ha lasciata un po’ perplessa (come in ogni fiaba che si rispetti, anche in questa recensione chiudiamo il cerchio tornando al punto da dove eravamo partiti). Dopo aver messo da parte la storia con Matteo e quella con Andrea – per motivi diversi che non staremo ad approfondire, se vi ho incuriosito dovrete leggere il libro -, dopo aver vissuto uno spiacevole rendez-vous incontrando l’uomo con cui ha vissuto qualcosa d’importante e che ha cambiato il suo modo di essere, che ha decisamente voltato pagina, Talia trova il suo principe azzurro… solo che è un quasi sconosciuto, per lei ma soprattutto per noi.
Certamente la storia con Marco sarà una bellissima fiaba, dopo quell’incontro alla presentazione del libro nascerà e si svilupperà qualcosa di importante… ma chi è Marco? E perché proprio lui è quello giusto? Dopo tanto riflettere e arrovellarsi di lei, dopo che noi abbiamo passato del tempo – che in realtà è solo quello che serve per leggere 71 pagine, ma vista l’intensità ci sembra molto di più – praticamente dentro la testa della protagonista mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Un finale meno frettoloso, meno onirico, e più concreto. Dopo tutto vedere Talia che si innamora sul serio, che conosce qualcuno di meritevole e costruisce un rapporto sano e normale sarebbe stato bello – forse il senso di mancanza deriva solo da questo.