Un film di Amanda Sthers. Con Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno, Kris Marshall, Cara Theobold. Drammatico, 113′. Italia 2021
Sandro, commerciante ed esperto in libri antichi, e è per metà italiano e per metà inglese, e vive a Londra con la moglie Bianca e la figlia Penelope. Ad una festa incontra Laura, ed è un colpo di fulmine, ma la donna si sposerà il mese successivo, ed entrambi si sforzano di rispettare i reciproci impegni. Tuttavia l’attrazione reciproca finirà per condizionare le loro vite in una continua mancanza di quel tempismo simmetrico che consenta ai due di vivere la loro storia d’amore. Del resto “il tempo non è una linea retta ma una spirale” che, nel caso di Sandro e Laura, sembra destinata ad avvolgersi ostinatamente su se stessa.
La morte può essere considerata una seconda possibilità? Questa domanda esistenziale, a cui è estremamente difficile dare una risposta, sembra la cifra caratteristica degli ultimi anni di vita di Alexander, per gli amici Sandro (Favino), protagonista del film “Promises”, presentato alla Festa del cinema di Roma e adesso in uscita al cinema.
La regista e sceneggiatrice Amanda Sthers, anche autrice del romanzo omonimo (edito in Italia da Rizzoli con il titolo “Promesse”), in questa sua ultima fatica dà voce e volto ai fantasmi più spaventosi che l’essere umano si porta dietro: i rimpianti. E Sandro, di origini italiane ma naturalizzato inglese, di rimpianti ne ha da vendere.
“Promises” segue il personaggio nelle sue diverse età: dall’infanzia, funestata da un grave lutto, all’adolescenza e al primo amore fino alla maturità. Il cuore dell’uomo, per quanto apparentemente volubile, è in realtà sempre appartenuto soltanto a lei, Laura (Reilly), incontrata per caso a una festa tra e mai veramente raggiunta.
Il tempo tiranno, nemico implacabile di Sandro, viene rappresentato attraverso salti ripetuti tra passato, presente e futuro. Questo aspetto è coinvolgente, ma per il resto il film – nonostante l’ottima prova di Pierfrancesco Favino, che interpreta Sandro oggi e domani, grazie a un fantastico lavoro di invecchiamento – non riesce a creare la giusta empatia col pubblico.
“Promises” aveva grandi potenzialità narrative, ma finisce soltanto per essere l’ennesima occasione mancata. Peccato.