Un film di Roan Johnson. Con Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella. Commedia, 98′. Italia, 2016
Ferro e Cate hanno 18 anni e condividono un’attesa che però è anche un problema: stanno per avere un bambino. Oltre a questo c’è l’esame di maturità che incombe e un viaggio in Spagna e Marocco da fare con gli amici. A casa poi ci sono i genitori: il padre di lui che vorrebbe lasciare Roma e tornarsene in Toscana, la madre più disponibile a fare la nonna; il padre di lei precario. Di fatto non sembrano esserci le condizioni minime per portare avanti la gravidanza.
La nascita di un figlio è una benedizione o un cataclisma? In molti risponderanno la prima, sempre e comunque, ma se a diventare genitori è una coppia di diciottenni, alle prese con la Maturità, può essere che il lieto evento porti con sé anche qualche problema.
Il regista pisano Roan Johnson, per il suo “Piuma”, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, potrebbe aver preso spunto dal reality di gran successo “16 anni e incinta”. C’era molta attesa attorno al film, anche per via delle parole d’elogio che il direttore Alberto Barbera ha pronunciato sulla pellicola durante la conferenza stampa di presentazione della Biennale.
Leggendo solo la sinossi il paragone con “Juno” di Jason Reitman (2007) poteva nascere spontaneo, non fosse che per il tema centrale della genitorialità in età adolescenziale. Ebbene facciamo chiarezza: “Juno” è un piccolo grande film, “Piuma” è sì una commedia garbata e a tratti divertente, ma non ai livelli narrativi e di qualità della pellicola americana.
Ferro (Fedele) e Cate (Yoshimi) sono due 18enni innamorati, alle prese con un inaspettato test positivo. Nonostante la giovane età, dopo l’iniziale smarrimento, accettano il cambiamento e decidono di portare avanti la gravidanza. Sono piuttosto i rispettivi genitori a mostrarsi incapaci di gestire la situazione, colti da panico, ansie e paure assortite.
La scelta degli autori di rovesciare il luogo comune – secondo cui le nuove generazioni sono composte interamente di irresponsabili –, mettendo in evidenza come siano proprio i più giovani a guidare gli adulti, vittime chi più chi meno della sindrome di Peter Pan o delle rispettive convinzioni, è originale, intelligente e divertente.
Lo spettatore segue i nove mesi di gravidanza di Cate ridendo e partecipando con interesse alle discussioni, ai litigi e ai dialoghi tra i vari personaggi.
“Piuma” è una commedia leggera, semplice, lineare, che forse non ha il respiro dei grandi film ma è comunque sorretta da una sceneggiatura ben scritta, brillante, coinvolgente e da dialoghi frizzanti, credibili e ben interpretati. Possiamo immaginare il film anche come una sorta di pilot lungo di una futura serie tv, vista la complessità dei personaggi e delle situazioni, solo in parte analizzati e approfonditi.
La regia di Roan Johnson è precisa, garbata, attenta e di livello anche se non ho notato un particolare avanzamento artistico o stilistico rispetto al precedente film, “Fin qui tutto bene”.
Se la coppia formata da Luigi Fedele e Blu Yoshimi merita un convinto plauso per aver mostrato naturalezza, coraggio e bravura nell’interpretare i rispettivi personaggi, facendoli risultare credibili, il vero mattatore del film è Sergio Pierattini nel ruolo di papà Franco. Le sue scene sono le più divertenti, quelle che strappano l’applauso in sala.
Il finale romantico, coraggioso e poetico piace ed emoziona. “Piuma” è una commedia positiva su quanto di buono i giovani abbiano da insegnare agli adulti, o presunti tali.
Il biglietto da acquistare per “Piuma” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.