di Elisa Pavoni
Ancora poche settimane per vivere la magia di “Picasso images. Le opere, l’artista, il personaggio“, l’esposizione dedicata al più noto pittore spagnolo del XX secolo e al suo rapporto con la fotografia.
La mostra resterà al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 19 febbraio.
Ideata da Electa in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, la rassegna intende approfondire non solo il profilo pubblico e artistico di Pablo Picasso, ma anche aspetti inediti relativi alla sua sfera intima e privata.
L’iter espositivo ripercorre le tappe fondamentali del legame dell’artista con il medium fotografico, a partire dai primi anni di intensa sperimentazione e indagine sulle potenzialità del mezzo, fino alla definitiva consacrazione e alla scelta ragionata e consapevole di prestare il proprio volto a riviste prestigiose.
Non solo fotografie, ma anche sculture e dipinti vanno ad arricchire un itinerario suggestivo che si snoda lungo un arco temporale diviso in tre parti.
I SEZIONE: 1901-1921
Picasso scopre la fotografia, fotografa e si fa fotografare. Negli anni ’10 lo vediamo immortalato in diversi scatti in compagnia di amici o all’interno del suo atelier parigino. Particolarmente interessanti sono le stampe che ci mostrano il pittore al lavoro su “Homme à la pipe” – tra l’altro presente in mostra – e “Homme accoudé sur une table”, nonché diverse vedute di Horta de Sant Joan realizzate da Picasso stesso nel 1909, durante un periodo di permanenza nel piccolo comune spagnolo. Ma il pezzo forte di questa sezione probabilmente “Journal, porte-allumettes, pipe et verre”, ultimato nell’autunno del 1911.
II SEZIONE: 1932-1962
Per il maestro del cubismo sono gli anni dell’intensa frequentazione con artisti e fotografi più o meno affermati. Legami, collaborazioni e reciproche influenze sono ampiamente illustrati in questa sezione della mostra, anche tramite sculture, stampe e opere grafiche prodotte da altri artisti.
Nel 1932 Picasso e il fotografo di origini ungheresi Brassaï si incontrano per la prima volta a Parigi: nasce così un rapporto professionale e affettivo destinato a durare fino alla morte del pittore. Frutto dell’influenza esercitata da Picasso sono alcune fotoincisioni realizzate da Brassaï a partire dal 1934 e poi confluite nel volume “Transmutations”, tra le quali spiccano la “Femme-amphore” e la “Tentation de Saint Antoine”.
Allo stesso periodo risale il sodalizio con Dora Maar, artista surrealista croata, musa, modella e amante di Picasso fino agli anni ’40, che documenterà in una serie di scatti i diversi stadi del processo creativo che porteranno al compimento di “Guernica”.
Al termine del secondo conflitto mondiale, Picasso conoscerà il giovanissimo fotografo André Villers, per il quale poserà in diverse occasioni e che deciderà di prendere sotto la propria ala. I due pubblicheranno insieme il volume “Diurnes”, accompagnato da testi poetici di Jacques Prévert.
III SEZIONE: 1944-1971
La fama e il prestigio di Picasso sono ormai consolidati: egli accetta di posare per fotografi, ritrattisti e note riviste come “Life” e “Paris Match” e nel 1963 viene persino inaugurato a Barcellona un museo a lui intitolato.
Nelle numerose fotografie di quest’ultima sezione lo vediamo ritratto in scene di vita privata: alla spiaggia di Golfe-Juan nel 1948, in compagnia di Jacques Prévert nel 1949-50, insieme a Jean Cocteau nell’agosto del 1955.
L’esposizione resterà al Museo dell’Ara Pacis fino al 19 febbraio. Per tutte le informazioni, consultate il sito web ufficiale.