di Alberto Leali
In una Festa del Cinema che ha come fil rouge il tema dello sport, notevole rilevanza ha l’ospite che ha incontrato il pubblico dell’Auditorium Parco della musica nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre: la leggenda del basket americano Phil Jackson.
Dirigente sportivo, allenatore e membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame, Jackson racconta la sua carriera e i film che per essa sono stati più importanti.
D’altronde il rapporto con l’arte ha sempre contraddistinto il Jackson allenatore, celebre per la sua abitudine di regalare libri a scopo motivazionale ai suoi giocatori e per la sua rilevante produzione libresca. Anche il cinema pertanto ha rivestito un ruolo di primo piano negli insegnamenti di Jackson alle squadre che ha allenato.
Lo sportivo ha svelato la sua passione per il montaggio di clip musicali e cinematografiche da mostrare alla squadra per impartire insegnamenti di vita o tattiche di gioco.
“Scene spericolate, da film di James Bond, mi sono spesso servite per indicare il tipo di azione che volevo vedere dai miei giocatori. Penso che una clip di questo tipo rimanga loro molto più impressa di una clip di basket. Ma non mostro solo spezzoni di film action, la varietà è assoluta, e mi è capitato di mostrare anche pezzi del Mago di Oz, perché nel basket servono, come nel percorso di Dorothy, cuore, coraggio e cervello. Alla fine devo ammettere che sono diventato un bravo montatore”.
Tra quelli segnalati al pubblico della Festa di Roma, troviamo “Colpo vincente” di David Anspaugh, con protagonista Gene Hackman nel ruolo di un ex allenatore di pallacanestro universitaria, che a causa di un increscioso episodio del suo passato viene chiamato in uno sperduto paesino dell’Indiana per allenare la squadra della scuola, i “difficili” Huskers.
“La maggior parte degli Stati – dice Jackson – ha molti allievi nelle scuole di basket e numerosi sono i tornei che vengono disputati per determinare la squadra vincitrice. Nel film invece c’è un’unica scuola che deve affrontare le numerose problematiche legate alla condotta della squadra e alle nuove metodologie di allenamento. Nella scena che ho scelto di mostravi, Hackman è alle prese con un processo di mindfullness nei confronti dei suoi allievi. È ciò che spesso faccio anch’io con i miei per invogliarli alla consapevolezza di sé come giocatori. Sono molti i metodi per allenare, io preferisco puntare sulla tecnica ma anche sul giusto atteggiamento mentale“.
Proseguendo con l’elenco dei film importanti per il suo mestiere di allenatore, Jackson parla di “Le ali della libertà” di Frank Darabont, con Tim Robbins e Morgan Freeman, tratto da un racconto di Stephen King.
“È una bellissima storia di redenzione ed un film che mi è stato molto utile in una stagione particolare e non molto felice. Ho pensato che mostrare la scena di un detenuto che scappa attraversando le fognature poteva essere simbolicamente molto forte e di sprone per i ragazzi”.
Altro film del cuore di Jackson è “Colpo secco” di George Roy Hill, ispirato alla carriera di Ned Dowd, giocatore nelle serie minori dell’hockey su ghiaccio negli Stati Uniti degli anni settanta, periodo in cui la violenza era la caratteristica più attrattiva del gioco.
“Anch’io, come il protagonista Paul Newman, prima di far parte dell’NBA ho fatto l’allenatore per le serie minori e mi son trovato ad avere a che fare con squadre che prediligevano un gioco molto fisico e violento. Io invece ho sempre sostenuto il ritorno a uno stile di gioco più classico e tradizionale, basato sulle abilità più che sulla forza”.
Non mancano tra i film citati da Jackson anche due clip del capolavoro di Quentin Tarantino, “Pulp fiction”.
“È un film straordinario per l’uso che fa del tempo e per la sua costruzione in “vignette” che riescono a incastrarsi abilmente una nell’altra. Oltre alla famosa scena del ballo, adoro quella immediatamente successiva, in cui alla Thurman viene somministrata l’adrenalina nel torace in seguito allo choc da eroina. La uso per dire ai miei ragazzi: “Svegliamoci da uno stato di torpore e diamoci dentro!”. Inoltre, Pulp Fiction è un film a cui sono molto legato per la famosa battuta pronunciata da Harvey Keitel: “Non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda”, usata spesso dal mio grande allenatore dei tempi del college, Morice Frederick “Tex” Winter, noto per aver ideato il concetto di triangolo“.