“Perfect days”: un’ode alla ricerca delle piccole cose, e alla loro bellezza

Il nuovo film di Wim Wonders racconta la routine di un 60enne con delicatezza e poesia

Un film di Wim Wenders. Con Kôji Yakusho, Min Tanaka, Arisa Nakano, Tokio Emoto, Tomokazu Miura. Drammatico, 123′. Giappone 2023

Tokyo, oggi. Hirayama è un sessantenne giapponese che pulisce i bagni pubblici della città con attenzione meticolosa ai dettagli e dedizione certosina al suo lavoro. Ogni giorno segue la stessa routine: un’attenta pulizia personale prima e dopo quella dei bagni altrui, un’innaffiata alle piante che ha salvato dalla disattenzione cittadina, un panino al parco all’ora di pranzo. Lungo il suo percorso talvolta si ferma a osservare le piante che lo sovrastano scattando foto alle chiome, o fa uno spuntino presso qualche tavola calda. E ogni tanto fa qualche incontro: con Takashi, il ragazzo che rileva il turno pomeridiano di pulizia dei bagni, con una ragazza al parco, con un senzatetto scollato dalla realtà, con la proprietaria di un ristorante che gli riserva piccoli trattamenti di favore. E quando sale a bordo del suo furgone ascolta Lou Reed (con e senza i Velvet Underground) e Patti Smith, The Animals e Van Morrison, Otis Redding a Nina Simone, così come quando è a casa legge William Faulkner e Patricia Highsmith, ma anche la “sottovalutata” Aya Koda.

 

Palma d’Oro con “Paris, Texas” nel 1984, Premio per la miglior regia nel 1987 per “Il cielo sopra Berlino”, Gran Premio della Giuria nel 1993 con “Così lontano, così vicino”, il regista tedesco Wim Wenders presenta per la sesta volta un suo film al Festival di Cannes. E si candida per la vittoria finale – d’altra parte, con un palmares del genere è difficile non figurare tra i favoriti della vigilia.

“Perfect Days” è la storia di un uomo che pulisce i bagni nella città di Tokyo. Koji Yakusho, interprete molto popolare in Giappone, veste i panni del sessantenne Hirayama. Inizialmente le giornate di quest’uomo taciturno e riflessivo sembrano tutte uguali, ma piano piano, nel corso del racconto, attraverso sguardi e azioni, il personaggio sfodera un fascino insospettabile.

Hirayama fa uno dei lavori più umili che si possano immaginare, ma lo fa con dedizione, passione e dignità straordinarie, restando perlopiù invisibile agli occhi delle persone che frequentano quei bagni. Nel corso del film scopriamo un uomo dall’animo sensibile e ricco, che ama leggere, si prende cura della natura e delle persone accanto a lui, ascolta musica rock degli anni ’70 e ‘80 su audiocassette originali.

Wenders riesce a comporre i tratti di un personaggio, prima ancora che di una storia, capace di catturare l’attenzione del pubblico. Attraverso immagini, scorci di sogni, sguardi e musica il regista tedesco racconta la storia di un uomo, una singola persona in un Paese lontano da noi occidentali, i cui tratti però si fanno via via sempre più universali.

Delicato, sensibile, umile, dignitoso, commovente, “Perfect Days” nella semplicità del suo racconto trasmette contenuti di pregio senza perdersi in dialoghi o eventi, ma solo accompagnando il protagonista nella sua vita ordinaria eppure eccezionale, come ogni vita.

Un’ode alla ricerca delle piccole cose, che si nascondono nella quotidianità, e all’amore per la loro bellezza. Un’ode al valore del servizio, nascosto e silenzioso, svolto per il bene comune.