“Peaky Blinders”: su Netflix la 5° stagione del dramma criminale inglese

Volti nuovi e un nuovo periodo storico - si parte dal 1929 -, per la serie creata da Steven Knight

di Michela Mafessoni

 

Una serie ideata da Steven Knight. Con Cillian Murphy, Paul Anderson, Helen McCrory, Sophie Rundle, Ned Dennehy, Finn Cole, Sam Neill, Tom Hardy. Crime, drama. Regno Unito. 2013-in produzione

 

Torna oggi, 4 ottobre, su Netflix nella versione italiana “Peaky Blinders”, la serie britannica creata da Steven Knight, ambientata a Birmingham a inizio Novecento.

Partita nel 2013 quasi in sordina, la serie ha saputo conquistare il pubblico e la quinta stagione (i produttori hanno già confermato che ci saranno una sesta e una settima, conclusiva), dall’impronta ancora più cinematografica delle precedenti, trasmessa nel Regno Unito tra agosto e settembre, ha fatto registrare un record di ascolti.

 

DOVE ERAVAMO RIMASTI

La quarta stagione si è conclusa con un finale inaspettato. La trama sembra tornare in modo ossessivo su una frase pronunciata da Alfie Solomons (Tom Hardy) prima e da Thomas Shelby (Murphy) poi: “The big fuck the small” (Il grande fotte il piccolo), con una domanda che ci risuona in mente per tutta la puntata: chi è il grande a cui si riferiscono?

La presunta morte del maggiore dei fratelli Shelby, Arthur (Anderson), nei primi minuti, destabilizza lo spettatore e lo porta a cadere nel tranello teso dagli sceneggiatori, così come i “Changretta” cadono in quello teso dai Peaky Blinders. La prima parte dell’episodio – ricco si pathos e scontri all’ultimo sangue – si conclude con l’incontro tra le due bande rivali.

A questo punto, nessuno sa cos’aspettarsi e il colpo di scena arriva davvero inaspettato. Arthur ricompare in perfetta salute, pronto a colpire a morte Luca Changretta. Il “grande” a cui facevano riferimento i fratelli non era altri che Al Capone, che appoggia i Peaky Blinders per disfarsi dei nemici storici.

Lo scontro è seguito da un immediato ritorno alla realtà, a un’apparente calma. Si entra nella seconda parte di episodio in cui vediamo Tommy sempre più travolto dall’alcolismo e da un malessere che lo porterà a sfiorare la depressione ma che non fermerà la sua scalata al potere. Il finale ci proietta infatti nel futuro, con la sua elezione in Parlamento per il partito laburista.

 

LA QUINTA STAGIONE: VOLTI NUOVI E NUOVI SCENARI

Dopo aver affrontato fatti storici determinanti per i primi decenni del 1900 – la prima guerra mondiale, il proibizionismo, l’ascesa delle famiglie mafiose -, la quinta stagione di “Peaky Blinders” ci porta nel 1929, affrontando il crollo di Wall Street e quei primi malumori che apriranno poi la strada ai totalitarismi e al secondo conflitto mondiale.

Oltre al contesto storico, che porterà la famiglia Blinders a confrontarsi con nuovi nemici e scenari inaspettati, nella quinta stagione vedremo diversi volti nuovi. Sam Claflin interpreta Oswald Mosley, politico inglese fondatore dell’Unione Britannica dei fascisti. Dagli Stati Uniti arriva finalmente Gina Grey, la tanto attesa moglie di Michael Gray, interpretata da Anya Taylor-Joy. Infine Jimmy McCarven è Brian Gleeson, il leader dei Billy Boys.

Non resta che godersi i sei nuovi episodi di “Peaky Blinders”, già disponibili su Netflix, per sapere come si svilupperà la storia di Arthur, Thomas e degli altri personaggi di questo dramma criminale, che ha conquistato il pubblico con la bella messa in scena, la sceneggiatura avvincente e il grande cast.