“Nostalgia”: una storia di amore, identità e ritorno alle origini

Piefrancesco Favino magistrale nel nuovo film di Mario Martone, ambientato nel Rione Sanità

Un film di Mario Martone. Con Pierfrancesco Favino, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Aurora Quattrocchi. Drammatico, 117′. Italia 2022

Dopo molto tempo trascorso fra il Libano e l’Egitto Felice, diventato imprenditore benestante, torna a Napoli, la città dove ha vissuto fino ai 15 anni. Sua madre Teresa, “la sarta migliore del Rione Sanità”, abita in un basso, e accoglie a braccia aperte quel figlio che credeva perduto per sempre. A poco a poco Felice riprende contatto con un mondo che aveva messo forzatamente da parte e incontra Don Luigi, un prete che combatte la camorra cercando di dare un futuro ai giovani del rione. Ma Felice ha anche bisogno di ricongiungersi con Oreste, amico fraterno e compagno di scorribande adolescenziali, che della camorra è diventato un piccolo boss. E a nulla valgono i consigli ad andarsene da Napoli e dimenticare quell’amicizia pericolosa: come se fosse possibile, lasciarsi alle spalle una città che ti è entrata per sempre nel cuore.

 

Tratto dal romanzo omonimo di Ermanno Rea, morto nel 2016, “Nostalgia” di Mario Martone racconta la storia di Felice (Favino), un uomo che dopo quarant’anni trascorsi all’estero fa ritorno nella sua città natale, Napoli, o meglio, nel quartiere che l’ha visto crescere, Rione Sanità, per ricongiungersi con la madre anziana.

Il film è una storia familiare che affronta il tema del ritorno, dove l’azione è circoscritta a un singolo quartiere, ai suoi vicoli, ai suoi palazzi. Il protagonista li percorre e li ripercorre, quasi volesse riappropriarsi di uno spazio che sembra invece non appartenergli più. E presto i ricordi lo assorbono completamente, e Felice si ritrova innamorato di luoghi che pensava di essersi lasciato alle spalle.

“Nostalgia” è un film con un focus chiaro e preciso, Felice, e questa sorta di intimità finisce per catturare lo spettatore. La prima mezz’ora è molto intrigante: chi è quest’uomo che arriva a Napoli per vedere l’ultima volta sua madre, parla male il dialetto e sembra non essere a suo agio nel suo quartiere e nella sua casa d’infanzia?

Mentre il ritmo misurato lascia spazio via via all’imperativo della narrazione, alcuni flashback ci mostrano le “origini” di Felice, la sua adolescenza e l’amicizia con Oreste (Ragno), divenuto poi il boss del quartiere.

Alla buona riuscita della pellicola di Martone contribuisce la colonna sonora e soprattutto il cast. Piefrancesco Favino è in stato di grazia, e dimostra di saper fare propri, con una facilità estrema, idiomi non propri, dall’arabo al dialetto partenopeo, che riemergerà poco a poco dal passato rimosso di Felice; Francesco Di Leva magnifico, Tommaso Ragno intrigante.

Raccontando una storia di madri e figli, di malavitosi e preti, di chi si perde e di chi si ritrova e di un particolare tipo di nostalgia per il passato, in un luogo in cui poco è cambiato nonostante il passare degli anni, “Nostalgia” è un ottimo studio di un uomo alle prese con il suo ritorno. Peccato, forse, per quel senso di ripetitività che appesantisce leggermente la visione.