Con le nomination agli Oscar – rese note ieri, martedì 22 gennaio, nel primo pomeriggio italiano – parte ufficialmente il count down per l’assegnazione dei premi più ambiti e chiacchierati di Hollywood.
Ci aspetta un mese di attesa e speranze, fino al 24 febbraio, notte di verdetti, ma anche di scommesse e pronostici. Vediamo intanto cosa emerge dalle scelte dell’Academy.
Sono otto le pellicole in lizza per aggiudicarsi la palma di migliore, una selezione molto ricca, come di consueto. Se la scelta di “Green book”, “La favorita”, “Vice – L’uomo nell’ombra”, “Roma” e “Blackkklansman” non stupisce, quella di “Black Panther”, “Bohemian Rhapsody” e “A Star is Born” solleva qualche perplessità. I tre film – al di là dei giudizi di valore – si inseriscono nel filone cosiddetto “popolare” verso il quale i giurati hanno deciso di aprirsi quest’anno. Giusto? Sbagliato? Vedremo.
Non è una sorpresa ma una mezza delusione trovare Lady Gaga in lizza come miglior attrice protagonista insieme a mostri sacri del calibro di Glenn Close (The Wife) e Olivia Colman (La favorita). Solo sorprendente, invece, la nomination per Yalitza Aparicio (Roma), all’esordio.
Sul versante maschile Christian Bale, Willem Dafoe e Viggo Mortensen sono i nomi “soddisfacenti”; Bradley Cooper e Rami Malek quelli che possono starci, visto il successo e i consensi riscossi dai rispettivi film, ma di cui avremmo anche potuto fare a meno.
Dulcis in fundo, la mia categoria preferita, la regia. Ammetto di aver tirato un sospiro di sollievo non trovando, tra i papabili, il nome di Bradley Cooper. Ho invece gioito per la presenza di Yorgos Lanthimos (La favorita), Alfonso Cuaròn (Roma) e Pawel Pawlikowski (Cold war), autori di tre dei miei film preferiti di quest’anno, due dei quali presenti nel mio pezzo su top e flop del 2018. Con Spike Lee e Adam McKay a completare la cinquina possiamo dire che, almeno in questa categoria, comunque vada sarà un successo…