“Nevermind”: quando la commedia è sopra le righe, insensata, inattesa

Eros Puglielli torna al cinema con un film cinico e surreale, che spinge oltre il limite il nonsense

Un film di Eros Puglielli. Con Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio, Paolo Romano. Commedia, 110′. Italia 2018

Uno psicologo investito una, due e tre volte da un carro attrezzi, un avvocato ossessionato dall’intimo, una babysitter senza bambino, un imprenditore senza capitale, un aspirante cuoco paranoico si incrociano per le strade di Roma. Vittime della follia del prossimo e dell’assurdità umana, a turno proveranno a fare fronte alle contingenze, fuggendole o sopportandole fino a soccombere.

 

Arriva nelle sale “Nevermind” di Eros Puglielli, uno dei film rivelazione della Festa del cinema di Roma 2018, intrigante, curioso, particolare, psichedelico, “quasi impossibile da definire”, stando alle parole dello stesso regista.

Film a episodi – tre -, formula per tradizione poco fortunata al box office di casa nostra ma che qui funziona alla perfezione, “Nevermind” spiazza a partire dalla sceneggiatura, potente, stralunata, bizzarra, cinica, feroce, dalla sua totale assenza di buonismo, dal desiderio di essere realistico piuttosto che politicamente corretto.

Al centro del racconto multiplo ci sono i meandri più nascosti e oscuri della mente umana, un’amara quanto sconvolgente indagine psicologica con sfumature tragicomiche sulla nostra società, personaggi surreali e grotteschi (magistralmente interpretati da un cast esperto e talentuoso).

Il secondo episodio, “Zio padre”, con protagonista Massimo Poggio nel ruolo dell’imprenditore in difficoltà economica, raggiunge picchi di rara e lucida follia, ma pur sempre raccontati con una disincantata e cinica ironia che lascia lo spettatore più sorpreso che indignato.

In una società in cui i rapporti umani sembrano improntati alla cattiveria e all’egoismo, possiamo ancora fidarci degli altri, per un aiuto professionale e un sostegno emotivo? Possiamo fidarci di uno psicologo? Avrete una risposta – anche se magari non quella che vi aspettate – alla fine di “Nevermind”.