di Elettra Pirol
Antonia Tosini è una regista, sceneggiatrice e autrice, con una carriera di spessore alle spalle. Passata dalla direzione di film a quella di documentari, ne inizierà a breve a girare uno in Abruzzo con il T.S.T. Produzione.
E nel frattempo ha anche avviato una collaborazione con un noto collega statunitense per un’importante produzione straniera, e ha trovato il tempo di pubblicare il suo quinto libro e concludere il sesto, che sarà pubblicato a breve.
“Nella cabina del proiezionista” è un romanzo autobiografico, che coinvolge e incuriosisce, dove la Tosini racconta un percorso vero e difficile di recupero della normalità.
Protagonista un giovane proiezionista (suo padre) e la sua famiglia, nell’immediato dopoguerra, vecchie sale dei cinema di Avezzano e Pescara, tra gli anni ‘40 e ‘60, la sua vita da bambina.
Non siamo certi che Antonia si sia resa conto di aver ricostruito, attraverso il suo libro, anche un pezzetto di storia che appartiene a tutti, dando un bel contributo al racconto del secolo scorso in Abruzzo, e ricordando i disagi di una Italia che usciva dalla guerra e si avviava alla ricostruzione e alla rinascita.
Ricordi di un’infanzia trascorsa con la magia del cinema, nella fantasia della sua solitudine dove ha vissuto innumerevoli e incredibili avventure, convinta di vivere in un film a sua volta, tanto che a un certo punto le pellicole hanno iniziato a far parte di lei.
Era troppo piccola per chiedersi dove iniziava la realtà e dove finiva la fantasia. Infatti non sapeva relazionarsi come solitamente fanno i bambini, ma lo faceva attraverso i film che vedeva, procurando non pochi imbarazzi ai suoi genitori, ma per Antonia quella era normalità.
Crescendo ha smesso di sognare e ha trasformato il suo sogno in realtà, divenendo regista, sceneggiatrice e autrice di libri.