“Natale da chef”: un cine-panettone che prende di mira cuochi e cucine

Neri Parenti dirige un film banale e scontato, che nonostante il cast rodato fa ridere solo a tratti

di Ambra Azzoli

 

Un film di Neri Parenti. Con Massimo Boldi, Dario Bandiera, Rocio Munoz Morales, Paolo Conticini, Francesca Chillemi. Commedia, 97′. Italia, 2017

 

Natale è alle porte e come ogni anno, quasi in una sorta di rito, immancabile è l’uscita nei nostri cinema di tutta una serie di cosiddetti cine-panettoni, che cercano di strappare qualche risata puntando su una comicità spicciola, a volte persino eccessiva.

“Natale da chef” di Neri Parenti, con protagonista Massimo Boldi, si inserisce a pieno titolo nel filone.

Gualtiero Saporito – già il nome è tutto un programma! – è l’incarnazione dell’anti-cuoco: tutto quello che tocca, in cucina, si trasforma in qualcosa di disgustoso, orripilante, che rischia di provocare un’intossicazione a chi ha il coraggio di assaggiarlo. Nonostante i tentativi della moglie, però, tenerlo lontano dai fornelli del locale che i due gestiscono è quasi impossibile.

Ad apprezzare il suo talento sembra essere Furio Galli, proprietario di una ditta di catering alla ricerca disperata di un team in grado di preparare la cena del G7. In realtà l’obiettivo dell’imprenditore è agevolare la vittoria nella gara d’appalto del suo avversario, con cui ha un accordo.

L’ambientazione meno scontata del solito non basta a mascherare i problemi del film di Neri Parenti. Primo su tutti il fatto di basarsi su una comicità trita e ritrita che siamo abituati a vedere al cinema soprattutto in questo periodo dell’anno. Il consueto mix di battute piccanti, esagerazioni e gag non stupisce quasi mai e fa ridere solo in parte.

Nonostante il cast rodato e a suo agio nel format – Massimo Boldi, Enzo Salvi, Biagio Izzo, solo per fare tre nomi – la sceneggiatura risulta povera e troppo prevedibile, senza quel quiz capace di rendere anche una commedia leggera come questa quanto meno accettabile.