“Mr Long”: una parabola di redenzione e di riscoperta dell’amore

Sabu dirige un film capace di cambiare pelle, come il suo protagonista, prima killer poi cuoco

di Alessandra Pappalardo

 

Un film di Sabu. Con Chen Chang, Shô Aoyagi, Yiti Yao, Run-yin Bai, Masashi Arifuku, Tarô Suwa. Drammatico, 129′. Giappone, Germania, Cina, Taiwan, 2017

Mr. Long è un killer senza scrupoli che ha seminato di morti le strade di Taiwan. Gli viene ora commissionata una uccisione a Tokyo per la quale è come sempre pronto. Questa volta però le cose non vanno come previsto e il killer viene ferito. Costretto a cercare un rifugio tra delle baracche di periferia si risveglia al mattino con davanti un bambino che lo aiuta ma gli chiede a sua volta soccorso: la mamma è tossicodipendente e non riesce più a prendersi cura di lui.

 

Un film caratterizzato da una narrazione sottile, come il coltello con cui Chang Chen, nei panni di un killer professionista, porta a termine omicidi su commissione. “Mr Long” di Sabu, dopo aver concorso alla Berlinale 2017, arriva nelle sale italiane.

Proprio quando si pensa di aver inquadrato lo stile e il genere della pellicola del regista giapponese, la storia cambia pelle, prendendo una piega differente e mettendo in luce altri lati del protagonista, che da assassino senza scrupoli si trasforma in un abile e taciturno chef.

Mr Long si ritrova, senza documenti e senza soldi alla periferia di Tokyo, alle prese con una madre in crisi d’astinenza e un bambino che, senza parole ma con estrema dolcezza, lo indirizza su un percorso di vita nuovo, fatto di cura e dedizione e non più di violenza.

Il talento culinario dello straniero di Taiwan porta i vicini a pensare di avviare un’attività gastronomica di street food e tutti sono propensi a collaborare al progetto.

Sabu (Chasuke’s Journey, Bunny Drop) racconta, con la leggerezza e la delicatezza tipiche di uno stile narrativo orientale, una parabola di redenzione e di riscoperta dell’amore, che spazia dal thriller al dramma senza mai cadere nel banale.

 

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