di Marzia Samini
Un film di Léonor Séraille. Con Laetitia Dosch, Grégoire Monsaingeon, Souleymane Seye Ndiaye, Léonie Simaga, Nathalie Richard. Commedia drammatica, 97′. Francia 2017
Paula non sa fare niente a parte essere se stessa ed è già incredibile. Rientrata a Parigi dal Messico dopo una lunga assenza, fatica a ritrovarsi e a ritrovare una città che sente ostile. Ostile con la gente, con lei, lasciata dal fidanzato fotografo di cui per anni è stata la musa. Porte chiuse, un gatto in una scatola, niente in tasca, nessuna competenza, zero progetti, Paula vaga per la giungla urbana in cerca di un amico e di un lavoro. Ma il mondo le crolla intorno. Tra squallide stanze d’albergo e camere di servizio, tra vagoni della metro e corridoi dei centri commerciali, troverà alla fine una nuova partenza.
Nel solco della migliore commedia francese, “Montparnasse femminile singolare” di Léonor Séraille è la storia di una ragazza, di una donna, che si trova improvvisamente sola, lasciata dal compagno di una vita.
Rientrata a Parigi, si trova coinvolta in situazioni di ordinaria follia, la follia del quotidiano che ci spinge tra solitudine e libertà, indipendenza e isolamento. Perché la prima impressione che abbiamo della protagonista Paula, divertente quanto stravagante, è che viva da straniera in patria, quasi fosse costantemente in viaggio senza però conoscere la destinazione.
Nel suo vagabondaggio, Paula conosce la vera solitudine, quella fatta di assenza di ricordi e di legami, che la spinge però a scoprire la vita dietro la vita. E qui inizia un nuovo viaggio, quello verso la scoperta di sé. Il tutto giocato sui toni della comicità e dell’ironia.
Il film è una storia al femminile, di donna che salvano altre donne, come l’amica che dà a Paula un tetto oppure la sua datrice di lavoro. Un film che insegna il valore di vivere alla giornata, perdersi per poi ritrovarsi, dimenticarsi per poi ricordarsi e scegliere tra ciò che è stato e ciò che deve ancora essere.