Un film di Roland Emmerich. Con Ed Skrein, Patrick Wilson, Woody Harrelson, Luke Evans, Mandy Moore, Luke Kleintank. Azione, 138′. USA 2019
Attaccati a sorpresa dagli aerei giapponesi a Pearl Harbor, gli americani sono in ginocchio ma determinati a reagire. A capo di quello che resta della gloriosa flotta navale americana, l’ammiraglio Chester Nimitz prepara una trappola nell’atollo di Midway. A supportarlo l’Intelligence e l’orgoglio dei suoi uomini decisi a vendicare i caduti di Pearl Harbor. Dal versante orientale intanto, armati di potenza tecnologica e di una fiducia incrollabile nella vittoria, i giapponesi avanzano verso la battaglia chiave della guerra nel Pacifico. Gli americani avranno la meglio sui giapponesi nel giugno del 1942 ma la guerra è appena cominciata. Per gli americani si tratterà di combattere fino alla resa incondizionata del nemico, per i giapponesi di non considerare mai la resa un’opzione onorevole.
Roland Emmerich, il regista di “Indipendence day” e “The day after tomorrow”, ha voluto fortemente “Midway”, tanto da non fermarsi davanti al rifiuto degli studios e girarlo praticamente “da solo”, con un budget tutto sommato modesto.
Il risultato è un film molto americano, che però limita gli eccessi di patriottismo e adotta, a turno, anche il punto di vista dell’avversario. Cast di tutto rispetto – Ed Skrein, Patrick Wilson, Woody Harrelson, Nick Jonas, Luke Evans, Darren Criss e molti altri – e colonna sonora d’impatto. Effetti speciali ineccepibili.
Il problema del film sta altrove, nella struttura narrativa, nella sceneggiatura. Per far sì che “Midway” non fosse solo la trasposizione cinematografica di una pagina di Wikipedia si è dovuto caricare parecchio sull’elemento drammatico, infarcire la storia di battute. Il risultato è macchinoso più che esaltante.
Ciò che rimane impresso è la sua capacità degli sceneggiatori di bilanciare più storyline all’interno del primo e del secondo atto, facendole poi convergere tutte in un unico, fatidico punto: le isole Midway.