Un film di Duccio Chiarini. Documentario, 86′. Italia 2019
Alle porte di Firenze, nel quartiere periferico dell’Isolotto, nascosto in un grande giardino a pochi metri dal frastuono della superstrada, si trova l’Istituto Tecnico per il Turismo Marco Polo. Ogni mattina 150 professori e 1600 studenti varcano le sue porte per affrontare le sfide con cui la scuola li costringe a fare i conti. Sono le stesse sfide che affrontano ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo, che non riguardano solo i programmi da insegnare o le nozioni da imparare, ma l’essenza stessa dell’educazione, il senso della cittadinanza, il valore dell’accoglienza. Questo film è un viaggio attraverso quelle sfide.
Marco Polo è il nome dell’Istituto Tecnico per il turismo situato alle porte di Firenze, nel quartiere periferico dell’Isolotto. Un piccolo microcosmo, abitato ogni giorno da 150 professori e 1.600 studenti che affrontano sfide legate non soltanto ai programmi scolastici e alle nozioni da apprendere.
Il regista Duccio Chiarini (L’ospite) li ha ripresi, ascoltati e spiati per un anno, facendone il centro del suo documentario omonimo, presentato nella sezione Panorama Italia ad Alice nella città.
Ma che cosa hanno di particolare gli studenti e i professori del Marco Polo, tale da renderli un soggetto interessante per il grande pubblico? Il vostro inviato, onestamente, non è riuscito a darsi una risposta.
Quello di Chiarini è un resoconto realistico e sincero – ma anche lento e noioso – della vita scolastica. Per i primi quindici minuti si prova una sensazione di nostalgia, rimembrando il nostro passato di studenti; per i successivi settanta di perplessità.
Aspetto di leggere i vostri commenti, se e quando vedrete “Marco Polo”, così da ricredermi, in caso mi sia perso qualcosa. Per adesso, per me il documentario è bocciato.